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I Franchi Tiratori ci offrivano l'esattissima riproduzione dei volontari Italiani del 1860 e del 1866; tra loro spiccavano delle distintissime fisonomie: tra loro figurava in mezzo ai figli della montagna l'artista, in mezzo all'uomo del lavoro abbronzato dal fumo dell'officine, il generoso milionaro abbronzato dal sole: tutti erano rappresentati in quelle file, che lo spirito potente dell'amore di libert

Giovava ricorrervi, perchè era riuscita pei moti del 1866 ed era servita come comoda arma alla polizia, poco dopo, nell'imbastire i grotteschi processi politici ricordati dall'on.

E tutto un popolo dietro lui si mise: e dalla gioventù universitaria, dalle officine, dai campi, dal commercio, dalle schiere volontarie del 1860 e del 1866 proruppe, eco formidabile, il plebiscito degli italiani, che gli si stringevano intorno, anelanti a consacrare nella eterna Roma il nuovo patto della patria una e redenta. Invano la diplomazia tentò sbarrare la via alla crociata garibaldina.

«Nel 1866 la rottura dell'alleanza austro-prussiana e la guerra germanica offersero alla nazione ed alla monarchia la grande, l'invocata opportunit

Garibaldi dimostrò a Girolamo la sua gratitudine colle stesse parole pronunziate a Prato ad Antonio Martini: «A rivederci a tempi migliori.» E Girolamo Martini rivide due volte il Generale, ma non sappiamo se in tempi migliori; lo rivide a Pisa nel 1862, e a Salò nel 1866 a Pisa ferito al piede dalla palla d'Aspromonte a Salò ferito al cuore per aver dovuto abbandonare il frutto delle sue vittorie conquistato a prezzo di tanto sangue generoso.

Il 14 dicembre 1866, le ultime truppe francesi s'imbarcarono a Civitavecchia: così quel giorno nessuna bandiera straniera sventolò più sull'Italia dalle Alpi al mare. Era questa una condizione nuovissima nella storia della Penisola, condizione che non si era più presentata dall'anno 1494.

Ma prima che la coscrizione chiamasse Vicenzino a portare il cappotto e la giberna, il movimento del 1866 per la liberazione del Veneto, venne a fare un'utile diversione nelle idee dei due giovani.

L’anno 1866 cominciava con preludi d’inalterabile tranquillit

I Francesi avevano sgombrato Roma l'11 dicembre 1866 e tosto Comitato nazionale romano, emigrati romani, Unione liberale italiana e Centro di insurrezione, governato quest'ultimo dal colonnello Giacinto Bruzzesi, cominciarono la propaganda per l'acquisto della nuova Gerusalemme. Garibaldi verso la met

Un immenso catafalco sorgeva nel centro, con analoghe iscrizioni, fra immenso numero di cerei, in mezzo a quattro grandi piramidi composte di canne di fucili, baionette ed altre armi, dalle quali pendevano degli scudi neri, intrecciati di fronde, coi nomi di tutte le battaglie nazionali dal 1848 al 1866.