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In queste poche parole viene espresso, dodici anni prima, il concetto fondamentale dell'Arnaldo del Niccolini. Il Manzoni perciò non poteva in nessun modo accordarsi coi Gesuiti, i quali volevano che la Chiesa s'impacciasse nel governo politico del mondo; e fin dall'anno 1819, scrivendo da Parigi al suo proprio confessore Tosi un po' giansenista, esprimeva chiaramente il suo pensiero in proposito: "A malgrado (egli diceva) degli sforzi di alcuni buoni ed illuminati Cattolici per separare la religione dagli interessi e dalle passioni del secolo, malgrado la disposizione di molti increduli stessi a riconoscere questa separazione, e a lasciare la religione almeno in pace, sembra che prevalgano gli sforzi di altri che vogliono assolutamente tenerla unita ad articoli di fede politica che essi hanno aggiunto al Simbolo. Quando la Fede si presenta al popolo così accompagnata, si può mai sperare che egli si dar

Il Manzoni Poeta drammatico. Un psicologo troverebbe argomento di uno studio molto importante, esaminando in qual modo la mente del Manzoni abbia potuto, nel 1815, scrivere, dopo il Carme In morte dell'Imbonati, una Canzone stentata e rettorica, e poi rivelarsi di nuovo, con insolito splendore, nei Cori del Carmagnola. Ma converrebbe pure che fosse aiutato, in questa indagine, da qualche indizio biografico. Ora la biografia manzoniana dal 1810 al 1818, o tace intieramente, o ci dice soltanto che il Manzoni in quel tempo rimase sotto la disciplina religiosa di monsignor Tosi, scrisse alcuni Inni Sacri e s'occupò d'agricoltura. È troppo poco per ispiegarci la singolare, quasi febbrile e potente operosit

Si confronti quello che fin da giovine il Manzoni scriveva da Parigi a' suoi amici lombardi, e ciò che la moglie scriveva di lui nel 1820 al Tosi. Probabilmente il Manzoni avr

In quanto al N. H. Zaccaria e alla sua illustrissima consorte, essi non eran gente da scomodarsi per piccola cagione, e anzi la contessa Chiaretta aveva detto a Leonardo e a Fortunata: Ohe tosi, io non istò mica a farvi la guardia; mettete pure a soqquadro la casa; a me basta che non mi facciate il chiasso vicino.

domanda il segreto. Ma il linguaggio di quella lettera, pur troppo, ci umilia. Per fortuna, il Manzoni stesso reagì da medesimo contro quella servitù e contro quell'unzione di linguaggio, per tornare uomo anche col proprio confessore. Si trovano perciò con piacere molte altre lettere, nelle quali il Manzoni scrive al Tosi con molta naturalezza, e si rivela bonariamente qual è, senza prendere ad imprestito alcuno stile d'occasione e di convenienza o di obbedienza; che se il Manzoni solamente cattolico ci faceva l'effetto di un uomo asfissiato, noi ci sentiamo in esse inondare da un aere più spirabile che ci rinfresca e ci rasserena. Il Manzoni stesso temette, del resto, egli medesimo d'esser preso per più cattolico ch'egli veramente non fosse e non si sentisse, e in un momento di molta, se non ancora di perfetta, sincerit

L'egregio Carlo Tosi ne tiene quattro soltanto, che degli altri alla morte del Vescovo non si trova che i cartoni." L'Urania. L'Idillio manzoniano.

I tosi avevano ormai l'uno vent'anni passati, l'altra quasi diciotto, e non era probabile che essi facessero un baccano così indiavolato. Ma ci voleva tanto poco a eccitar i nervi della N. D. Chiaretta; e poi ell'aveva tante gravi occupazioni.

All'osteria! Ma notate bene, pura e vera osteria; dacchè degli altri ritrovi di moderna invenzione non sia da farne caso, e non vi s'impari nulla. All'osteria tutto si presenta svariato, cominciando dalle vesti, perchè vesti del popolo. Queste vesti raccontano sempre la storia del tempo passato, di rado del presente, talora del futuro, avvegnadio nulla nascendo nuovo sotto il sole, e tornando ad essere quello che fu, le fogge degli abiti si trovino a godere più delle altre cose di privilegio siffatto. Idee, argomenti, favella, modi, tutto insomma singolare possiedono i poveri: essi non conoscono educazione che li tosi, rispetto che li limi, riguardo che li scorci, convenienza che li curvi, finchè resi tutti di una misura e di un garbo, impiastrati della vernice di bugiarderia, vadano sciolti fra gli uomini, come le mummie di Egitto. Io non conosco per ora cosa più sincera, nel mondo, della povert