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Il carnefice impugnò un coltello dalla lama sottile e ben arrotata, tastò un tumore dei più grossi e si pose a tagliarlo lentamente, a strati, senza che il paziente desse segno di provare il menomo dolore. Il sangue colava, ma l'operatore continuava a tagliare imperturbabilmente. Due minuti dopo s'arrestava.

Ecco: forse quelle iridi grige che talvolta si slargano... S'arrestava al sommo della prima tesa delle scale e pigliava fiato. E di che cosa è malata?

Ora ne ascendevo lentamente le scale marmoree e dietro di me vi si affaticava un'itterica contadina, incinta, che sospirava forte e a ogni gradino s'arrestava a ripigliar fiato.

Ma il Ferpierre s'arrestava a un tratto, prevedendo che ella non sarebbe rimasta senza risposta: «Non ho riso della menzogna perchè non potevo riderne, ma dovevo dolermene. Credendo alla vostra menzogna pensai ch'egli s'accusasse per salvar me, e siccome è innocente e la rea sono io, così non ho riso, ma ho tremato e ho detto la verit

Rimase un istante , pensieroso, cupo, tormentando l'impugnatura della scimitarra, poi si cacciò in mezzo alle tende e ai fasci dei moschetti, traendosi dietro il suo animale. Dopo dieci minuti s'arrestava dinanzi alla sua tenda, sulla cui entrata russava un nubiano colossale del più bel nero. Lo svegliò, gli affidò il mahari e si gettò sulla coperta, dopo aver acceso un sigaretto.

L'Errera si faceva trascinare, tutto pendoloni, poi si fermava, inevitabilmente, davanti le vetrine di Cagiati e non c'era più verso di smuoverlo: Voglio un pulcinella: tompera un bel pulcinella a Ninì! A scanso di piagnistei, il signore gli comperava un pulcinella da venti soldi; poi l'Errera s'arrestava davanti a un pasticciere: Voglio una taramella! Ninì vuole tante taramelle!

S'era nel luglio. Presso alla finestra che affacciava sul vasto cortile del palazzo, Milia s'era posta a lavorare all'uncinetto. Le mani pienotte e arrossate che, poco prima, avevano risciacquato panni e pentole, andavan lente: di volta in volta l'uncinetto, tra quelle impratiche dita poco agili, s'arrestava e ricascava in grembo alla giovanetta.

Era così anche questa volta, come sempre: all'istante di conquistare un pallio, corso con immenso ardore, egli si lasciava sorprendere dalla stanchezza e dalla malavoglia e s'arrestava sfiduciato. Il Piacere era per lui, come l'ombra sua: lo vedeva vicino finché non lo poteva raggiungere e gli scompariva allorché stava per agguantarlo.

La posizione dei bianchi era più che simmetrica: era geometrica; l'individuo che disponeva così quei pezzi d'avorio, non giuocava ad un giuoco, meditava una scienza; la sua mano piombava sicura, infallibile sullo scacco, percorreva il diagramma, poi s'arrestava al punto voluto colla calma del matematico che stende un problema sulla lavagna.

Vedevo venire verso di me, lenta, una coppia che a volte s'arrestava: un vecchio signore aveva passato il suo sotto al braccio di un giovane e questi, camminando, pareva che stesse ad ascoltare il suo compagno anziano. Quando si fermavano, il vecchio figgeva gli occhi ansiosi in quelli del giovane, che lo guardava come trasognato.