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Non posso dirvi, diss'egli, con voce soffocata dalla commozione, non posso dirvi, miei cari amici, quanto io sono addolorato di vedervi a questo punto. Tutto quanto poteva suggerirmi l'ingegno, il cuore, la coscienza, tutto ho detto per voi, ma inutilmente! Siamo persuasi di quanto ha fatto per noi, disse Tognetti. Ma è inutile: doveva andare così. La ringraziamo proprio di cuore.

Ringraziamo il buon Dio di averci tenuti lontani dai passati Comizî, e di averci così permesso di vedere tanto progresso morale. Il quale appare però seriamente pregiudicato dai risultati che delle suddette elezioni (parziali, per fortuna) d

Figliuole, un'altra giornata della nostra vita principia. Ringraziamo la santa Vergine Maria, che ci ha concesso di vivere quest'altra giornata, e promettiamole di averla presente in tutte le nostre azioni. Un'avemaria secondo la intenzione di ciascuna di voi. Seguì un breve mormorio come di preghiere recitate sommessamente. Poi ricominciarono lo strepito e il vocio.

Ringraziamo Dio d'aver dato alle nostre carni un sapore ripugnante al palato degli uomini; ove ciò non fosse, questi signori sarebbero ben capaci di divorarci anche noi, che siamo, come essi affermano colle parole e cogli scritti, i loro migliori amici

Gente pacata vuol essere, e, se lo Stato è un carro, ringraziamo il cielo che ha fatto nascere i buoi. Veramente.... interruppe Ariberti. Ah , capisco; disse l'altro sollecito; il paragone non regge. Non si nasce buoi, ma è vero altresì che non si nasce uomini politici. Bisogna, diventarlo. Ed è ella disposto a diventar uomo politico? Con questi esempi, a me pare di no.

Don Giuseppe si fece ripetere il nome per impararlo bene, poi stimolato dagli sguardi giubilanti della signora Angelica e della signora Rosina che gli spingevano il piatto dinanzi, ne prese una terza porzione esclamando: E allora ringraziamo Quel di lassù che ci ha dato anche diremo.... la béchamelle!

Assai lungo tempo corre che noi desideravamo vedere la persona vostra, ed ora ringraziamo il destino, che, prima di finire i nostri giorni, ci ha conservato a tanta dolcezza.» «Nobile Manfredi, grandi novelle udimmo raccontare della cortesia vostra; tuttavolta, per quanto dica la gente, io vedo adesso ch'ella vince le parole

E questo forma il più grande elogio del loro nipote, che non si è innamorato della bellezza del corpo, che è la dote del diavolo, ma della bellezza dell'anima, che è il dono più prezioso di Quel di lassù, essendo come una parte della sua stessa essenza divina! Da brave, coraggio, e ringraziamo tutti insieme con umilt

Noi ve ringraziamo: e certamente ch'un po' di suspetto è quello che mi tiene cosí ambiguo del venire; perciò che non è molto che simo stati assaltati qui nella strada da un certo maestro Antonio. RUFINO. Venite, non dubitate; ch'io vi prometto de farvi far domatina la pace per ogni modo con esso lui. PRUDENZIO. Io verrò, adunque. O sustituto nostro! REPETITORE. Che ve piace?

Ringraziamo Dio che non sia stato peggio mormorò Massimo, posando e dimenticando la sua mano pesante sul ginocchio di lei. E il barone? chiese il Cresti. Si comportò con perfetta cortesia, volle partire, se non quando seppe che l'operazione era riuscita bene. E com'è lo spirito del povero ragazzo? Buono. Ride, scherza, fuma. Ha sopportato l'operazione con mirabile fortezza. Senza cloroformio?