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A RASTIGNAC: Il tuo benevolissimo giudizio intorno al mio racconto Scurpiddu non mi ha fatto piacere soltanto perchè lusinga grandemente il mio amor proprio, ma perchè d

Ho voluto semplicemente affermare che se noi siamo nevrotici, l'arte che tenta rappresentare la nevrosi non dovrebbe essere, alla sua volta, nevrotica, cioè malata. E poi, caro Rastignac, ci sono ancora nella vita angoli intatti, inesplorati, angoli limpidi e sereni come certi piccoli laghi che riflettono il cielo e le colline dattorno meglio di uno specchio.

Di giorno in giorno questo sentimento di ribellione, anzichè diminuire, si faceva più ardente, più forte, quantunque Rastignac non mostrasse mai la sua forza dominatrice. Egli era di quegli uomini che pigliano le lepri col carro. Sapeva farsi amare prima di mostrar di amare.

Cecilia impallidì. Rastignac non parlava soltanto della bestia chiusa nel cesto sotto il tavolo. Non soltanto le anatre selvatiche cercano la Sensualit

Questi erano altrettanti commenti ai discorsi di Rastignac. E voleva provare che talento dimostra il così detto colto pubblico in faccia all'arte. E lesse bene, riassumendo le scene secondarie; ma la lettura fu continuamente disturbata dai versi di un'anatra selvatica che lo zio di Valmadrera aveva mandato a Manardi quel , chiusa in un cesto che Tonio collocò sotto il tavolo di cucina.

Di vero e di autentico il Barigini non aveva che un ingegno vivo, il fascino d'una chiacchiera non comune, una magnifica barba, e un gusto elevatissimo al dolce far niente. E Rastignac? gli articoli eran belli e arguti; ma il cancelliere aveva a che fare coll'autore di quelle lettere, come un ministero colla prosperit

Era in quelle ore quiete, tra le nove e le undici, che la parola fluida e molle del nobile marchigiano percorreva cieli ed orizzonti ideali. Seduto al tavolino di lavoro, nel salottino del retrobottega, dopo che Tonio aveva servito la chartreuse o il rosolio di china, mentre Cecilia ripassava il sacco del bucato, Rastignac rivedeva gli strappi di questa povera tela lisa che si chiama l'umanit

Tutte le settimane arrivava in drogheria il giornale di Roma, una specie di Battaglia per l'arte, ma più inconcludente, dove da qualche tempo Rastignac scriveva sul teatro di Ibsen e sul nuovo Simbolismo artistico delle lettere indirizzate a una signora bionda e spirituale. Non vi fu bisogno dell'orecchia di bracco per far capire a Cecilia chi fosse la signora bionda. L'onore era troppo alto, le allusioni troppo trasparenti, perchè non dovesse sentirsene rimescolare da cima a fondo. E lascio immaginare l'effetto magico che quelle lettere scritte in uno stile tra il mistico e il confuso dovevano fare sul cuore caldo e bisognoso della bella Ceci. Le strane donne del drammaturgo norvegese, passando attraverso ai barattoli del pepe e della noce moscata, lasciavano nei sensi e nella fantasia della donna come un profondo desiderio, come una curiosit

Rastignac poeta ha, come Rastignac articolista, una spiccata personalit

E Rastignac poeta non è punto diverso. Il volumetto Pulvis et Umbra contiene proprio la polvere e l'ombra di una vita, dai fantasticamenti del primo amore fino ai rimpianti e ai lamenti della giovinezza che se ne va. Si apre con un raggio di sole che illumina e vivifica, si chiude con la tristezza e l'ombra notturna. Udite?