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Era però sul punto di troncare gl'indugi e premere il grilletto, quando gli ferì l'orecchio un mormorio vago, lontano. Forse era un'illusione dei sensi, una delle tante allucinazioni che precedono l'agonia. Forse era una nuova frana, forse era il romore dell'acqua che s'era aperta un'altra strada. Si mise in ascolto cercando di calmarsi, di raccoglier le poche forze che gli rimanevano, di raccapezzar le sue idee. E quel romore continuava, Roberto sapeva spiegarsi che fosse; pur non pareva strepito d'acqua che irrompe o di terra che si scoscende; era, per dir così, un romore fatto di romori diversi. Il povero sepolto vivo, che ormai non poteva più reggersi in piedi, si trascinò carponi dalla parte ond'esso veniva, e, appoggiato l'orecchio al suolo, stette immobile, trattenendo il respiro, comprimendo con una mano il cuore che minacciava di scoppiargli nel petto. In questa posizione, le onde sonore gli arrivavano più distinte, avvicinandosi e allontanandosi con alterna vicenda, facendo con le loro vibrazioni traballare il terreno. Non riusciva ancora ad afferrare bene quei suoni, non avrebbe ancora saputo dar loro un nome; aveva acquistato però la certezza che qualche cosa si moveva al di l

«Recati un tratto verso la piazza di San Marcocosì stando dentro diceva il Visconti al Bronzino; «e appena che avrai potuto raccapezzar qualche cosa, che qualche cosa succeder

Questa strana somiglianza, e le misteriose e tronche parole che mi vennero udite sul conto di colei produssero in me, così di volo, un'impressione di raccapriccio e d'orrore. E allora, facendo certi strani sospetti, mi son messo ad osservarla con più d'attenzione ancora, tentando quasi di raccapezzar qualche notizia, leggendole ne' tratti del volto, che come tu sai, parlan chiaro talvolta. E forse, per la triste impressione che me n'ero fatta, sotto a quelle forme di una grazia divina mi parve che si nascondesse tal cosa che guai se fosse apparsa di fuori. Quel suo riso che per lo più sembrava nuotasse come in una giocondit

L'impressione insomma che lascia nell'animo questo spettacolo è indescrivibile, è un miscuglio di sentimenti nel quale è impossibile raccapezzar nulla di schietto, non si sa che pensarne. A momenti, inorriditi, vorreste fuggire dal Circo, e giurate di non tornarci mai più; a momenti, meravigliati, rapiti, quasi ebbri, non vorreste che lo spettacolo avesse mai fine; ora vi sentite quasi pigliar male; ora anche voi, come i vostri vicini, prorompete in grida, in risa e in applausi; il sangue vi fa ribrezzo, ma il coraggio meraviglioso dell'uomo vi esalta; il pericolo vi stringe il cuore, ma la vittoria vi rallegra; a poco a poco la febbre che agita la folla s'impadronisce di voi; non riconoscete più voi stesso; siete un altro; avete anche voi degli accessi d'ira, di ferocia, d'entusiasmo; vi sentite vigoroso e audace; la lotta vi accende il sangue; il balenío della spada vi mette un fremito; e poi quelle migliaia di visi, quello strepito, quella musica, quei muggíti, quel sangue, quei silenzi profondi, quei fragori improvvisi, quella vastit