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Miratel bene: conoscetelo? Voi vi maravigliate? E questa medesima è quella fedele e costante innamorata giovane di chi v'ho detto. Guardatela bene, se la riconoscete o no. Voi sète ammutito, Flamminio? Oh! Che vuol dire? E voi sète quel che poco apprezza l'amor della donna sua. E questo è la veritá. Non pensate d'essere ingannato. Conoscete se io vi dico il vero.

Giovanotti e Fanciulle Sia gloria ad Arunto, il futuro re di Zano! Fleno Domando la parola per un fatto personale. Giovanotti e Fanciulle Chi è? Chi è?... Fleno Non mi riconoscete, eh? Il vostro amico, il vostro vicino, il vostro povero romito.... Signorine mie, avete creduto per tanto tempo alla mia Vecchiezza: ma essa era falsa, come la vostra Disillusione. Le Fanciulle E allora, chi eravate?

Sotto le spoglie del vile prezzolato, non mi riconoscete, fratel BuonvicinoDai patimenti, dal nuovo abito e dall'arte sfigurato, tardava Buonvicino a ravvisarlo; poi, come l'altro si nominò, anch'egli, con tono di meraviglia e di interrogazione, ripetè: Alpinolopoi ne strinse fra le mani il capo, e, Figliuol mio! tu qui? Come ardisci rimanere? Perchè cotesta divisa tu

Nel palazzo municipale v'è un Museo di Pittura che si potrebbe chiamare il Museo di Franz Hals, poichè i capolavori di questo grande artista ne sono il principale ornamento. Nato, come tutti sanno, a Malines, sulla fine del secolo decimosesto, egli visse molti anni in Haarlem, quando vi fioriva la pittura di paesaggio, e vi soggiornavano, fra gli altri illustri artisti olandesi, il Ruysdaël, il Winants, il Brouwer, il Cornelio Bega. La sala principale del Museo, che è vastissima, è quasi tutta occupata dai suoi grandi quadri. Entrando, si ha per un momento un'illusione singolarissima. Par d'essere entrati nella sala d'un banchetto, diviso, come sogliono essere i grandi banchetti, in varie mense; e che al rumore dei nostri passi, tutti i commensali si siano voltati per vederci. Son tutti gruppi d'uffiziali degli arcieri e d'amministratori d'ospedali, di grandezza naturale, quali seduti, quali in piedi, intorno a tavole splendidamente apparecchiate; e tutti coi visi rivolti verso chi guarda, come gente atteggiata davanti a una macchina fotografica. Da qualunque parte uno si volga, non vede che faccioni pieni di bonomia e di salute, e occhi fissi nei suoi che par che dicano: Mi riconoscete? E v'è tanta verit

Non me ne parlate, generale! diceva Maurizio, con aria di costernazione. È orribile. Ah! lo riconoscete? lo sentite anche voi, che è orribile! Ma perchè, domando io, perchè venire a queste estremit

Mi riconoscete, signore? chiese il commissario presentandosi al conte. Perfettamente, rispose questi; godo di rivedervi, signor commissario; non avrei mai pensato di incontrarvi sul campanile della chiesa di Mirlovia. Casi che accadono ogni giorno! esclamò il commissario alquanto sconcertato; e cedendo il posto al visconte, mormorò nell'orecchio del medico: eppure io vi dico che è pazzo.

Voi tutti unisce un vincolo fraterno, Intirizziti dallo stesso inverno Che congela nel cor gl'impeti veri, E fra tutti un voi riconoscete, Mesti assetati dalla stessa sete, Compagni di desiri e di pensieri.

Svegliandosi vide con sorpresa Annetta addormentata su d'una sedia vicina e tentò di rammentarsi le circostanze della sera uscitele talmente dalla memoria, che non gliene restava traccia: fissava tuttavia gli occhi sopra la cameriera, quando questa si destò. «Ah, cara padroncina mi riconoscetesclamò essa. Se ti riconosco! Sicuramente; tu sei Annetta; ma come ti trovi qui?

Eh, che vi pare? continuò il Chiacchiera. Non la riconoscete? La figlia del maestro! gridò Lippo del Calzaiuolo. To', è vero; soggiunse Cristofano Granacci. È madonna Fiordalisa. Infatti, disse a sua volta Parri della Quercia, è proprio lei, o una che le somiglia di molto. Ma perchè dicevi tu dianzi che il maestro non ha veduto questo disegno!

L'impressione insomma che lascia nell'animo questo spettacolo è indescrivibile, è un miscuglio di sentimenti nel quale è impossibile raccapezzar nulla di schietto, non si sa che pensarne. A momenti, inorriditi, vorreste fuggire dal Circo, e giurate di non tornarci mai più; a momenti, meravigliati, rapiti, quasi ebbri, non vorreste che lo spettacolo avesse mai fine; ora vi sentite quasi pigliar male; ora anche voi, come i vostri vicini, prorompete in grida, in risa e in applausi; il sangue vi fa ribrezzo, ma il coraggio meraviglioso dell'uomo vi esalta; il pericolo vi stringe il cuore, ma la vittoria vi rallegra; a poco a poco la febbre che agita la folla s'impadronisce di voi; non riconoscete più voi stesso; siete un altro; avete anche voi degli accessi d'ira, di ferocia, d'entusiasmo; vi sentite vigoroso e audace; la lotta vi accende il sangue; il balenío della spada vi mette un fremito; e poi quelle migliaia di visi, quello strepito, quella musica, quei muggíti, quel sangue, quei silenzi profondi, quei fragori improvvisi, quella vastit