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Nell'attitudine, nella voce ella era timida, umile, teneramente. Mi apparve anche più vivo il contrasto fra il suo volto e il resto della sua persona. Era per me visibile di continuo sul suo volto una particolare espressione penosa che rivelava in lei la continua insofferenza della deturpante e disonorante gravezza da cui il suo corpo era afflitto. Quell'espressione non l'abbandonava mai; era visibile anche a traverso le altre espressioni transitorie che, per quanto forti, non valevano a cancellarla; era inerente e fissa; e m'impietosiva, e mi scioglieva i rancori, e mi velava la brutalit

E ratto, senza che l'altro avesse più tempo a trattenerlo, Emilio s'allontanò e sparì dal ballo. Alberto, quando tornò in sala, aveva tuttora in viso un poco di quell'espressione di sdegno che la scena con Lograve gli aveva eccitato, e Matilde se ne accorse.

A quell'accento, a quell'espressione desolata, io fui sorpreso più che atterrito, tanto il mio cuore era lontano dalla melanconia. Guardai Charru

M'ero disteso in una larga poltrona, con un libro fra le mani, assolutamente deciso a non prender parte alla conversazione; Lidia volgeva il capo di tanto in tanto dal mio lato, con quell'espressione di riposo, che mi dava qualche sospetto. Perchè Lidia era così sana e lieta di giovanezza, quando Laura moriva?

S'era fatta più bella, il suo corpo s'era invigorito e sul volto le si diffondeva un'espressione che non aveva mai avuta, quell'espressione di riposo che è propria di chi giunge a una meta dopo lunga guerra. Quando vide Filippo avvicinarsi, le sue labbra si schiusero a un placido sorriso. Si sposano? domandò il Berlendi che guardava la scena. Si sposano, confermò Fausta con voce secca.

Egli mi strinse le mani e mi guardò con espressione triste e turbata quell'espressione mista di ritegno e di confidenza che hanno coloro i quali vogliono farvi comprendere di avere un segreto doloroso, e di non volervelo confidare. Non vi si è più veduto in casa di mia cugina, mi diss'egli, la vostra assenza improvvisa ha prodotto una sorpresa un poco penosa in quella famiglia.

Era uno straordinario inganno del momento? un'illusione prodotta dal luogo?... Io non trovava più sul suo viso quell'espressione cinica, dura, spudorata, volubile, che m'aveva ferito a Pallanza; i suoi occhi non avevano sguardi equivoci, il suo sorriso non era rapido, facile a mutarsi in sogghigno.

Nino salì nel vagone a trovar due buoni posti; poi ridiscese, e stette davanti allo sportello, guardando su, verso di loro, con quell'espressione vuota, quel mezzo sorriso vacuo ed indeterminato che tutti hanno davanti al treno in partenza, quando gli addii sono fatti e il treno non si muove ancora. Nancy affacciata, gli sorrideva con occhi soavi.

L'aveva presa uno strano intorpidimento che ammortiva le sue sensazioni; aveva nel cervello annebbiato un formicolio. Vedeva la faccia del padre, con quell'espressione terribile, e a un tempo Peppe, pallido, insanguinato, con i capelli irti, stender le braccia verso di lei. Stentava a mettere insieme le idee.

Egli rimase alquanto tempo immobile, in quell'espressione ambigua e bieca di cordoglio. Ma la giornata era troppo pura e la felicit