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Ma la bella ed insensibile forestiera non sollevò nemmeno gli occhi per guardare il leggendario massacratore di fiere da combattimento, così curva era ed intenta sul piccolo cartone a quadretti geometrici, ove, con un lungo spillo, andava annotando le figure del mazzo di «trente et quarante».

Madlen e Lord Pepe frattanto erano immersi fino alla gola nelle amarezze del «trente et quarante». Lord Pepe assisteva con occhi attenti e fulgentissimi alle pericolose fortune del giuoco di Madlen. L’unico momento in cui, per nessuna ragione al mondo, egli avrebbe consentito ad abbandonare la sua compagna, era infatti quand’ella sedeva presso la tavola da gioco.

Dopo mezzanotte le attrici di tutti i teatri, e così pure quelle che professan l’arte liberale del piacere al primo che le guarda, usavan tutte quante radunarsi al Casino, per rischiare un marengo sovra una serie di «trente et quarante» e bere, secondo i casi, o molte coppe di freddo Sciampagna od una economica tazza di caffè.

Passarono da tavola a tavola guardando i giocatori, interrogando i visi estranei. Aldo non c'era. Entrarono nella sala del «trente et quarante», crepuscolare e silenziosa; poi passarono nel buffet. Finalmente tornarono fuori nell'atrio. Nancy alzò verso il suo compagno gli occhi chiari in cui fluttuavano le lagrime. Non so cosa pensare! Dove può essere andato? Mio Dio, credete... credete?...

Ma forse a quell’ora Madlen sentiva la profonda nostalgia d’un mazzo di «trente et quarante». Le aiuole del Jardin Publico, gli alberi dell’Alameda de Mazarredo, non valevano per lei certamente la voce nasale del mazziere, che annunziava brandendo il restello: Incarnado gaña y la color...»

Eravamo seduti così presso, alla tavola del «trente et quarante», che un sottile velo di cipria, staccandosi dal suo braccio seminudo, impolverava leggermente la mia manica nera. Giocava con febbre, giocava con irritazione, spingendo sul tavoliere, ad ogni colpo, senza nemmeno contarli, grossi mucchi di gettoni e di denaro.