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Non più la sera al suo lettino la Fräulein le cantava del Beethoven travestito da ninna-nanna. Ma bensì i suoi due vecchi amici, «Bel Popò» e «Menton Fleuri» tornarono al suo capezzale; e l'accompagnarono come di consueto alla buia e lontana Isola del Sonno. Con loro ella s'imbarcava, meno timida, sulla grande nave dei sogni che ogni sera con vele stellate l'aspettava, galleggiante sull'oscurit
Poi lesse Körner; poi Freiligrath; poi Lessing. Chi può dire ciò che Nancy udì? Chi sa quali visioni e fantasmi essa portò seco ogni notte? Sulla grande nave stellata dei suoi sogni ora non l'accompagnavano più blandi e puerili Bel Popò e Menton Fleuri; bensì salpavano con lei, grandi e strani, i vecchi poeti tedeschi, lungo-chiomati, dagli occhi torbidi, dal senso oscuro, dagli epiteti fulgenti.
Poi visto che la bimba non rispondeva nè apriva gli occhi, la mite Fräulein Müller, scrollando il capo, obbedì. ... Quella stessa sera Nancy litigò coi suoi amici Bel Popò e Menton Fleuri. Fräulein, nella penombra della nursery, ripeteva quasi sonnecchiando quei blandi ritornelli, quando al sesto «kikiriki» vide Nancy rizzarsi a sedere nel letto, colle guancie accese e gli occhi saettanti.
«Bel popò, fa la nanna, fa la nanna, bel popò... ... Menton fleuri, menton fleuri, kikiriki, kikiriki!» Fräulein Müller sedeva nel parco, leggendo.
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