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Dico adunque che la madre del nostro poeta, essendo gravida di quella gravidezza, della quale esso poi a debito tempo nacque, dormendo, le parve nel sonno vedere essere al piè d'uno altissimo alloro, allato a una chiara fontana, e quivi partorire un figliuolo, il quale le pareva il piú pascersi delle bache che dello alloro cadevano, e bere disiderosamente dell'acqua di quella fontana; e da questo cibo nudrito, le parea che in piccol tempo crescesse e divenisse pastore, e nella vista grandissima vaghezza mostrasse d'aver delle frondi di quello alloro, le cui bache l'avean nutricato; e, sforzandosi d'aver di quelle, avanti che ad esse giunto fosse, le pareva che egli cadesse; e, aspettando ella di vederlo levare, non lui, ma in luogo di lui le pareva vedere un bellissimo paone esser levato.

Pareva alla gentil donna nel suo sonno essere sotto uno altissimo alloro, sopra uno verde prato, allato ad una chiarissima fonte, e quivi si sentia partorire un figliuolo, il quale in brevissimo tempo, nutricandosi solo dell'orbache, le quali dell'alloro cadevano, e dell'onde della chiara fonte, le parea che divenisse un pastore, e s'ingegnasse a suo potere d'avere delle fronde dell'albero, il cui frutto l'avea nudrito; e, a ciò sforzandosi, le parea vederlo cadere, e nel rilevarsi non uomo piú, ma uno paone il vedea divenuto.

«vi propizia l'anello di rubino. «All'Arbore fatato vi nutrite, «che stilla incenso e mirra e belzuino: «e, nell'aule chiuse, ampie e romite, «lo spirito afferrate del divino «Mondo, al vegliar delle coscienze arditePoi benedice e le pupille chiare rivolte al ciel, continua il sermone: brillan li occhi alle penne del paone, nella notte, e le perle alle tiare.

Seguentemente dicea che in luogo di lui vide levarsi un paone; ove intender si dee che, dopo alla morte di ciascuno, a servare il nome suo appo i futuri surgono l'opere sue. Lo sforzarsi ad aver delle frondi assai manifestamente ne mostra essere stato il disiderio della laureazione, nel quale mentre si faticava cadde, cioè morí.

L'andar queto significa l'umiltá dello stilo, il quale nelle commedie di necessitá si richiede, come color sanno che intendono che vuole dire «comedia». Ultimamente dico che la voce del paone è orribile; la quale, come che la soavitá delle parole del nostro poeta sia molta quanto alla prima apparenza, sanza niuno fallo a chi bene le medolle dentro ragguarderá, ottimamente a lui si confá.

Salgono miti su da 'l verziere a 'l balcone i leandri in rosei fiocchi; un gran paone sta co' suoi cent'occhi vigile in alto da le ringhiere. E mentre il cane, quasi per bere, vibra in ritmo la lingua umida a 'l fiore de 'l niveo pié, gli corron su 'l nitore de 'l dorso lunghe onde leggere,

Il paone tra l'altre sue propietá, per quello che appaia, n'ha quattro notabili. La prima si è ch'egli si ha penna angelica, e in quella ha cento occhi; la seconda si è ch'egli ha sozzi piedi e tacita andatura; la terza si è ch'egli ha voce molto orribile a udire; la quarta e ultima si è che la sua carne è odorifera e incorruttibile.

Per le quali penne, onde questo corpo si cuopre, intendo la bellezza della peregrina istoria, che nella superficie della lettera della Comedia suona: come l'essere disceso in inferno e veduto l'abito del luogo e le varie condizioni degli abitanti; essere ito su per la montagna del purgatorio, udite le lagrime e i lamenti di coloro che sperano d'essere santi; e quindi salito in paradiso e la ineffabile gloria de' beati veduta: istoria tanto bella e tanto peregrina, quanto mai da alcuno piú non fu pensata non che udita, distinta in cento canti, come alcuni vogliono il paone avere nella coda cento occhi.

Ecco, la Fata augusta appare e incede: e il nero corvo e l'occhiuto paone e il cane mansueto ed il leone umilemente stan ritti al suo piede.

Angelica penna dissi che copría questa carne; e dico «angelica», non perché io sappia se cosí fatte o altramenti gli angeli n'abbiano alcuna, ma, congetturando a guisa de' mortali, udendo che gli angeli volino, avviso loro dovere avere penne; e, non sappiendone alcuna fra questi nostri uccelli piú bella, piú peregrina, cosí come quella del paone, imagino loro cosí doverle avere fatte; e però non quelle da queste, ma queste da quelle dinomino, perché piú nobile uccello è l'angelo che 'l paone.