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Dalla signora Carlotta?... Casco dalle nuvole! Infatti, due giorni avanti, incontrata in piazza di Spagna la signora Carlotta Nerucci con un gran mazzo di crisantemi bianchi in mano, Bedini l'aveva fermata per chiederle notizie della salute del marito che, l'ultimo giovedì i Nerucci ricevevano gli amici ogni giovedì sera non era comparso nella stanza da giuoco a farvi la immancabile partita a scopa, suo gradito divertimento.

Bedini uscì di casa Nerucci rallegrandosi che la diplomazia lo avesse salvato dall'apparire complice di un brutto inganno, furioso contro Chiardi... ammogliato con un tegame di cui si vergognava, come gli aveva affermato la signora Carlotta.

Filosofeggi troppo, caro mio! esclamò Bedini, ripiegando la lettera. E poi, come mai la signorina Nerucci, l'antipatica, l'insoffribile signorina Nerucci è diventata ora Amelia, e non soltanto buona ma quasi bella, per te? E non vedeva l'ora di tornare a Roma per poter dire sul viso all'amico Efisio: Eh via! Finitela!

si era mai acchetato fino a che non l'avea scoperta. Quell'inatteso cangiamento di linguaggio gli aveva fatto rizzare le orecchie, e lo aveva messo in attenzione. Che l'amico Efisio volesse farsi giuoco di lui? Che le signore Nerucci, madre e figlia, avessero ragione? Gli sembrava che Chiardi, suo malgrado, si fosse tradito.

Non posso avvicinare un amico, un conoscente anche di quelli che non frequentano i giovedì di casa Nerucci, senza sentirmi dire: Dunque?... Questi confetti quando?... Si decida una buona volta!

Bedini intanto osservava quanto mutato era il linguaggio di Efisio Chiardi dalla prima volta che gli aveva accennato della signorina Nerucci: Mi è antipatica; non la posso soffrire. È brutta, leziosa, pretensiosa, ridicolmente sentimentale! Ora, invece, per poco non la diceva bella... Le riconosceva certa grazia di modi, e più non ne trovava biasimevole la sentimentalit

Mi ha rotto le scatole due eterne ore! Capisci? Ora viene in iscena anche il padre! Babolani dice che il signor Nerucci gli ha parlato di me. Elogi, al solito, della mia delicatezza di sentire. Le mie condizioni? Oh, io esagero! Dovrei avere maggior fiducia in me stesso. E poi la sua famiglia potrebbe facilmente aiutarmi a trovare un impiego, caso mai! Con tante conoscenze!

Con la scusa di tenerlo informato dei pettegolezzi romani, del circolo dei loro amici specialmente, Efisio Chiardi gli parlava soltanto della signorina Nerucci che gli ispirava crescente e sempre più profonda piet

Aveva notato che da quel giorno in poi, ogni volta che si trovavano insieme, Efisio Chiardi, con questo o con quel pretesto, faceva cadere il discorso intorno alla fissazione, come la chiamava, della signorina Nerucci.

Meglio, meglio così! esclamò all'ultimo Bedini, convinto che il suo amico non gli avrebbe fatto fare una parte ridicola quantunque si trattasse di commedia. E il giorno dopo, verso le cinque, si presentava alla signora Nerucci lieto e sorridente, sicuro di apportarle una bella e inattesa notizia.