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Maria Giulia e la Santina piangevano di gioia, mentre don Malachia, battendo le mani, faceva tripudio colle gambette secche come si balla a quindici anni. Una barca e mezza è fuori... E non si perde un'oncia, per bia! ah polentoni quei di Dongo! Gi

Amedeo e Regina erano stati invitati a passar la festa in casa del babbo, alla fattoria, e vi si trovarono a mettere i piedi sotto la tavola oltre a Maria Giulia, la madre di Amedeo, e alla zia Maddalena, qualche vecchio parente abbandonato e don Malachia della Madonna del Soccorso, che in quella sua solitudine a mezza montagna non aveva nessuno con cui rompere un augurio.

Vecchio laghista, figlio anche lui di barcaiolo, don Malachia in sessantacinque anni ne aveva viste arrivare delle barche e anche molte andare a fondo, proprio come capita nella vita. Chi arriva, chi resta a mezzo, chi si lascia cogliere dal cattivo tempo, chi parte per un luogo e approda a un altro, chi s'imbarca e non torna più.

Gigi Micocci, sotto un urlo di esecrazione, dava il gesso alla stecca e preparava un altro colmo più scellerato ancora, quand'ecco entra nel caffè il dottor Malachia Pelasquez e tutti gli corrono incontro, gridandogli tra il serio e il faceto: I nostri mirallegro!... un mondo di complimenti! se lo meritava, un uomo com'è lei.... davvero, davvero! Ma che gli è successo? domanda Gigi Micocci.

Il Cresti, che ogni anno celebrava al Pioppino una specie di festa della polenta, mandò gli inviti anche alle signore del Castelletto coll'ordine di non mancare, Questa volta sarebbe venuto, oltre a don Malachia, anche quel poco di buono del signor Bersi, che era sulla strada della penitenza: forse si sarebbe firmato, al fumo della polenta, il contratto di vendita del Ravellino, Soltanto Ezio, in tutt'altre faccende affaccendato, sarebbe mancato quest'anno. Si sarebbe pranzato all'aperto, all'ombra degli agrifogli fioriti, colla vista dei monti da una parte, collo sfondo infinito del lago dall'altra, in mezzo ai fiori... Ma a dir tutto quello che di fresco, di dolce, di leccardo, di aristocratico, il padron di casa aveva preparato intorno alla volgare polenta di gran turco, sarebbe un far dell'arte simbolica. La polenta era un pretesto per sfoggiare ogni anno le ricche porcellane di casa Cresti e l'abilit

Furono subito presi in mezzo e portati fin al Galletto, Bortolo, Maria Giulia, la mamma, il prete corsero fuori; ma Regina corse più di tutti col suo scialle di lana aperto nelle mani, e quando vide il suo Amedeo venir a corsa sudato e trafelato l'avviluppò nello scialle e lo strinse nelle braccia, lasciando ch'egli la baciasse sulle gote con una sfacciataggine che don Malachia non aveva mai vista l'eguale.

Fortunatamente la brigata si mosse per andar incontro a un vecchio prete, a don Malachia della Madonna del Soccorso, che veniva dalla stradicciuola di Tremezzo, col suo passo posato, agitando un bel ramo d'olivo. O don Malachia disse Bortolo, togliendosi il berretto di testa e cercando colla riverenza dei buoni tempi di baciare la mano del prete, che offerse invece la tabacchiera.

Don Malachia mise al collo una stola e fece inginocchiare Amedeo, vestito della tunica nuova, sulla predella più alta: pose un lembo della stola sopra una sua spalla e cominciò a leggere delle orazioni in un libro latino. Dietro il barcaiolo andò a inginocchiarsi Regina che aveva voluto e combinata questa benedizione speciale per il suo Amedeo, perchè potesse andare con più confidenza alla gara.

Per un momento pensò che fosse don Malachia che tornasse anche lui per la medesima strada al Santuario. Ma non c'era nessuno.

Mai l'utile s'era così bene mescolato al bello come in questa vigna del Signore, come soleva indicarla don Malachia, che con tutte le benedizioni di cui poteva disporre non aveva mai potuto salvare quattro rose dalla ruggine e un gambo di vite dalla crittogama in quel suo freddo orticello del Santuario.