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Occupata da queste tristi riflessioni, Emilia non andò a letto, e si appoggiò al davanzale della finestra aperta. I boschi e le montagne, fiocamente illuminati dall'astro notturno, formavano un contrasto penoso collo stato del suo spirito; ma il lieve stormir delle frondi ed il sonno della natura finirono ad addolcire gradatamente il tumulto degli affetti, e sollevarle il cuore al punto di farla piangere. Restò così in quella posizione senza avere altra idea che il sentimento vago delle disgrazie che l'opprimevano; quando alfine scostò il fazzoletto dagli occhi, vide sul bastione, in faccia a lei, immobile e muta, la figura gi

I senatori eransi cionnonpertanto ritirati nelle proprie case senza impedimento; goccia di sangue era stata sparsa. Il popolo non era trascorso a sufficienza; e certi membri dei diversi partiti eransi indettati per provocare, come necessaria, una seria sommossa. Furono udite alcune voci, che proferivano un nome odiato dal popolo, perchè d'uomo riguardato generalmente come il rappresentante del vessatorio sistema delle finanze imperiali; ed era il ministro delle finanze, conte Prina. Nel concetto popolare questo ministro passava per ricco sfondato, e il sacco della sua casa credeasi dover fruttare almen quanto l'escavazione d'una miniera di diamanti. Non eravi forse uomo del popolo, il quale nel pagare le eccessive imposte che l'opprimevano, non ne desse al ministro istesso tutta la colpa. Ei passava per uomo che si studiasse di scoprire ogni giorno un qualche nuovo compenso per aggravar la miseria del popolo; e si supponea che, cessando egli di esistere, sarebbero tosto a terra le imposte. Così ragionava il popolo, e chi fece udire pel primo alla moltitudine accalcata nel palazzo del senato, il nome del Prina, ben sapea d'aprire con ciò un ampio aringo al furore ed all'avidit

Destandosi, si rammentò che finalmente era stata liberata dalle persecuzioni di Morano, e si sentì sollevata in gran parte da' mali che l'opprimevano da tanto tempo. L'affliggevano ancora però i sospetti esternatile dal conte sulle mire di Montoni: egli aveva detto che i suoi progetti erano impenetrabili, ma terribili.

Marco si assise dinanzi ad una tavola, col capo fra le mani. Per la prima volta in sua vita aveva provato emozioni fortissime, terribili.... ed esse, come per vendicarsi di averle egli sino ad allora sapute evitare, gli facevano sentire tutta la loro forza; lo agitavano; gli destavano in cuore tormenti sconosciuti; rimpianti inutili, e perciò crudeli: l'opprimevano insomma; lo schiacciavano....

Udendo le parole d'incoraggiamento, piene di vita e di entusiasmo dell'amico, Alberto sentiva una sensazione di benessere indicibile, e una lieve speranza, tutta verde e rosea, cominciava a rendere meno bruni i pensieri che da tanto tempo l'opprimevano.