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Le ragazze che frequentavano l'appartamento di via Glück lo guardavano con un sorriso un po' inquieto, ed egli non le guardava punto; o per vero dire, le guardava tutte nella stessa maniera, con una cortese indifferenza.

Fu a Parigi nell'appartamento di via Glück, che Brunello ricevette da Nicla una lettera, la quale terminava così: «Ti prego di scrivere da ora in poi non più alla signorina Nicla Dossena, ma alla signora Nicoletta Barbano, casa Barbano, via Santa Margherita. Hai inteso bene, caro?». Bruno corse da suo padre a chiedere spiegazioni.

Ella lo ricercò, dopo soli tre giorni: ed egli che l'aveva fuggita per quattro o cinque anni, da quando Clara, dopo un lungo viaggio, era ritornata in patria, egli si lasciò ricercare e tenne l'invito. Fatalmente, Clara era troppo sola e troppo libera, adesso. Gli aveva scritto un biglietto fra il malinconico e scherzoso, per dirgli che la sera istessa sarebbe andata al vecchio teatro Argentina, dove cantavano una vecchia musica, l'Armida, di Glück. Ella vi arrivò prima. Vi era un gran ballo, quella sera, all'Ambasciata d'Inghilterra, e tutta la grande societ

L'appartamento di via Glück, così gaio e festoso per lo passato, così ben frequentato da uomini di grido e da donne incantevoli, era stato abbandonato da tutti; Bruno aveva fatto vendere i cavalli da sella e la pariglia. Studiava. Non appena il padre lo lasciava libero, correva in biblioteca; spesso leggeva, accanto al padre o seduto ai piedi di lui, nella sua posa abituale.

Nella carrozza che mi portava verso il porto or ora, le parole che spesso ho in mente quando viaggio mi suonavano insistenti nel pensiero: «Dort wo du nicht bist, dort ist dein Glück.» L

Quando Ida entrò, Paolo era al cembalo e sonava alla sordina un pezzo di Gluck. Al suo apparire egli si alzò, la salutò con una inflessione di voce che dinotava a un tempo e la famigliarit