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Il Damonte e Scipio Spinola convenivano col Baldi, che a innamorarsi al modo del Santasillia non ci doveva essere proprio nessun divertimento; e la marchesa D'Arcole, d'accordo con la Generalessa e con madama Kraupen, presa a parte la Castelguelfo, la consigliò di calmare un poco il suo innamorato, che minacciava di diventare matto furioso: Capirai: se tuo marito lo vede in quello stato, non gli può far comodo, piacere... E poi insomma, anche per il Santasillia stesso, povero diavolo, trova una buona parola; mettigli il cuore in pace.

La marchesa D'Arcole, la generalessa Brocca di Broglio e madama Kraupen godevano davvero di una autorit

La cavallerizza?... La generalessa? esclamò Giacomino con una gran risata, sciogliendosi vivamente dalle braccia del babbo.

D'altra parte la marchesa d'Arcole, la generalessa Brocca di Broglio e madama Kraupen, sempre infervorate col Santasillia, insistevano troppo perchè se lo facesse venire in casa, e la Baby, anche per questa ragione, non aveva punto fretta... C'era sempre tempo, quando avesse voluto!... Il Damonte e Scipio Spinola erano gelosi ugualmente di Andrea, e bastava che ella lo ricordasse qualche volta perchè Titta mettesse il broncio e l'altro diventasse rosso rosso e dicesse subito una scioccheria.

Andrea, dopo la visita che avea avuta, non si fece aspettar molto dalla cugina; ma la marchesa d'Arcole, la Generalessa e madama Kraupen non ricevettero nessun messaggio in proposito. Quando lo seppero, e lo seppero subito, se ne lagnarono altamente, dicendo alla Baby, non senza malizia, che cominciava a essere gelosa delle sue conquiste e a far misteri. La Baby ascoltò i rimproveri coll'usata docilit

Questi avvenimenti importantissimi avevano mutato interamente l'aspetto della villa, e quantunque la Baby fosse in lutto, pure la sua casa era piena di gente e sempre in festa. Le amiche e gli amici della Contessina si affrettavano a correre a Castelguelfo per congratularsi e compiacersi colla Baby. E tutti facevano continue domande e allusioni intorno al testamento, e tutti lo approvavano e ne erano lieti, compreso il Damonte e Scipio Spinola; e più di tutti la marchesa D'Arcole, madama Kraupen, e la generalessa Brocca di Broglio, che, entusiasmate, levavano al settimo cielo la sagace previdenza del fu conte Pancrazio; e tutte tre accarezzavano la Baby e la baciavano, ridendo e scherzando coll'affettuosit

Lalla, accesa in volto, il respiro ansante e gli occhi che le sfavillavano, come se quei tepidi lancieri avessero sollevate per lei le complici ebbrezze del valzer, si appoggiava colla piccola personcina, tutta rorida e fremente, al braccio di Giacomo, che doveva ricondurla nel solito cantuccio dell'altra sala, fra la contessina Giulia, la Generalessa e la Bertù.

La generalessa domandò conto della Giulia: Lalla rispose che sua cugina aveva detto, ed era vero, di voler dormire fino all'ora del pranzo, perchè si sentiva stanca; allora si tornò da capo a discorrere della festa del Prefetto. Giacomo non ne poteva più, ma le sue pene erano ben lungi dalla fine. Poco dopo la generalessa, capitarono i due Lastafarda, che in quei giorni si affaccendavano in visite, perchè tutti e due avevano da sfoggiare un soprabito ultima novit

Quelle venti o trenta persone, che rappresentavano il sancta sanctorum del bel mondo veronese, e al club si appartavano per conversare in un circolo altrettanto intimo quanto ristretto, e che si riunivano al lunedì dalla marchesa d'Arcole, al mercoledì dalla generalessa Brocca di Broglio, e al venerdì da madama Kraupen, erano state scosse nella loro inerte monotonia da una notizia importante: il conte Andrea di Santasillia ritornava a Verona.

Lalla, la Giulia, la Bertù e la generalessa, corteggiate da Gianni Rebaldi, da qualche ufficiale di cavalleria e da due o tre piccoli segretari di Prefettura, formavano un circolo a parte.