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Tu ti ricordi di Caterina, non è vero? Della sua zia monaca?... Quella è morta, la zia, a ottant'anni! Requiescat! E Caterina eredita. Ricordi che lotte, che battaglie, che disperazioni? Bene: ora non più... Tutto è a posto... I parenti di lei mi scrivono lettere affettuosissime... E lei!... Lei, non ti puoi figurare! È felice, è orgogliosa della mia laurea.

E quanto a quello che ho detto: che prima fa di bisogno sapere la cagione perché sia stato introdotto l'uso del danaro, dico che Aristotile, padre e fondatore delle umane scienze, in quei capitoli dell'Etica e della Politica giá dall'autore citati, in questo modo diffinisce: «L'uso del danaro essere stato introdotto dagli uomini per necessitá e sotto ordine di legge, affinché fosse mezzano per poter fare piú agevolmente le uguali permutazioni e commutazioni in quelle cose che a ciascuno facessero di bisogno, ed anche acciocché fosse una pubblica e comune misura a tutti per poter fare tali contratti giustamente, e che ne' pagamenti ciascuno, in qualunque paese che si trovasse, potesse intieramente conseguire ogni sua ereditá, fosse per qualsivoglia causa creata». Ma, perché in tutte le zecche vengono cavate le fatture dal corpo delle monete, ed ancora per essere fatte sotto ordini diversi da cittá a cittá e da provincia a provincia, onde ne procede che di tempo in tempo, ed anco quasi di continuo, vengono alterati i prezzi dell'oro e dell'argento, per lo che sono poi fuse e rifatte le monete da paesi a paesi; però il danaro non può essere la detta pubblica misura, perciocché, per le differenze che si trovano tra le monete fatte e coniate sotto l'autoritá di un principe a quelle di un altro, il piú delle volte da molti popoli vengono ricusate, ora per li bandi sopra esse fatti ed ora perché non le vogliono accettare, dubitando di non poterle poi spendere in altri paesi se non con gran perdita, ed anche perché non le tengono per cosí buone come quelle ch'essi sono soliti di spendere nelle loro cittá o patrie.

Dico che l'amore filiale è perfecto, però che ne l'amore del figliuolo riceve la ereditá di me, Padre etterno. E perché amore di figliuolo non è senza l'amore de l'amico, però ti dixi che d'amico era facto figliuolo. Ma che modo tiene a giógnarvi? Dicotelo.

Si sdegnará con voi e forsi vi privará di quella parte di ereditá ch'avea designato lasciarvi: perché gli errori che si fanno ne' matrimoni, dove importa l'onor di tutta la famiglia, si tirano gli odii dietro di tutto il parentado e principalmente de' fratelli e de' zii. DON IGNAZIO. Purché abbia costei per moglie, perda l'amor del fratello, del zio, la robba e ogni cosa, fin alla vita.

Suole quello, che con difficultá s'acquista, piacer piú e guardarsi meglio che quello che senza alcuna fatica o poca si truova; e questo le grandi ereditá rimase a' nostri giovani cittadini hanno mostrato.

E perché queste gentildonne mancano di doti, io li faccio un donativo degno dell'amore e generositá loro, di ventimila ducati per una; dopo la mia morte a succedere non solo alla ereditá ma nell'amore: e se agli altri si dánno per usanza, vo' donarli a voi per premio. E per segno d'amore vuo' abbracciarvi: il sangue mi sforza a far l'offizio suo.

Adunque si ha da concludere e dire che le fatture delle monete devono esser pagate da coloro che vogliono far ridurre in danari i propri ori ed argenti, siano di qualunque sorta si vogliano, o dalle miniere, o per averli ricevuti cosí grezzi o in massa in contraccambio di alcune robe o mercanzie, o avuti per ereditá, ovvero in qualunque altro modo si voglia; perciocché essi subentrano e restano in quell'obbligo, nel quale era il primo che li cavò dalla miniera.

Per le nostre patrie costituzioni tu sai ancora che gli Stati del padre eredita il figlio. Ti raccomando dunque il mio figliuolo Baccelardo.

Anco l'ebbe, e, in segno ch'egli l'aveva e dispiacevali il contrario, lassa per testamento a' figliuoli suoi per ereditá la maladiczione sua e la mia, se essi posseggono o tengono possessione veruna in particulare o in generale, in segno ch'egli aveva electa per sua sposa la reina della povertá.