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Il greco, poichè era proprio lui truccato da beduino; che caduto nelle mani dello scièk El-Mactud, era passato sotto le bandiere del Mahdi, lo guardò per qualche minuto quasi con compassione. Sei sorpreso Abd-el-Kerim di rivedermi? chiese dipoi egli, con ironia. Infatti, è abbastanza strano che io sia ancor vivo dopo di essere stato, per la seconda volta, ferito a morte.

Un istante dopo sulla soglia della capanna appariva un negro riccamente vestito e armato fino ai denti. Quest'uomo era Omar. Sei tu il capo di questa gente? gli chiese El-Mactud. . Leggi, disse lo sceicco, consegnandogli la pergamena del Mahdi. Omar l'aperse e vi gettò sopra gli occhi.

Che hai? Quell'ufficiale che è fra i prigionieri... Ira di Dio! È lui!... Ma chi? Abd-el-Kerim? È impossibile. Te lo dico io; È proprio lui! Ma se hai veduto questa notte una guardia di onore dinanzi al suo tugul. Mi sono ingannato. Erano guerrieri che vegliavano perchè non fuggisse. Vieni El-Mactud: la vendetta di Ahmed Mohammed ha preceduta la mia.

Che è accaduto? chiese egli tutto d'un fiato, trascinandolo accanto al fuoco che ardeva in un angolo del tugul. Una disgrazia, El-Mactud. Notis è caduto nelle mani di Abù-el-Nèmr! Lo scièk tirò un tremendo pugno contro la parete della capanna. Tu vuoi burlarti di me! esclamò egli con collera. È impossibile, non lo posso credere.

El-Mactud rimase ancora alcuni minuti cogli occhi sempre fissi su Fathma, poi volse bruscamente lo spalle e si diresse verso l'uscita. Stava per varcare la soglia della zeribak quando un'improvvisa idea lo arrestò di botto. E se Ahmed non lo sapesse? mormorò egli. Con quella donna potrei salvare Notis. Chiamò il capo dei dieci guerrieri che prontamente accorse.

Un negro, lo sceicco El-Mactud, era sbucato improvvisamente da una macchia e saliva rapidamente la collina. Il beduino s'affrettò a muovergli incontro. Ebbene? gli domandò con ansiet

Ad un cenno di El-Mactud essi alzarono l'angareb con suvvi l'arabo ed uscirono silenziosamente dalla capanna. Medinek si mise dinanzi colla scimitarra sguainata e lo sceicco di dietro col remington sotto il braccio. All'oriente cominciava ad apparire, fra le tempestose nubi, un po' di chiaro.

L'altro era uno scièk negro, tozzo, robusto, dal volto feroce, senza barba, con due occhi grandi e brillanti, naso assai schiacciato e labbra sporgenti. Dunque tu mi raccontavi? diceva lo scièk. Che egli è qui, rispose il beduino con accento straniero. Sei proprio sicuro? Sicurissimo, El-Mactud. Quando l'hai veduto? La decorsa notte passando dinanzi ad un tugul guardato da venticinque guerrieri.

Probabilmente un uomo. Chi? Il vendicativo Ahmed. Un ruggito irruppe dal petto del beduino. Ah! cane! esclamò egli con trasporto furioso. Non offendere l'inviato di Dio, disse gravemente El-Mactud. Ma questo inviato di Dio ha mancato alla sua parola, mi capisci El-Mactud. Mi aveva giurato di darmi nelle mani quell'uomo vivo. E non te lo ha dato vivo? Ma colla morte nel sangue.

Notis fece un salto innanzi e diresse la canna del moschetto verso il cavaliere che gli passava dinanzi a duecento passi di distanza. No, disse di poi, quell'uomo può esserci utile. El-Mactud, conduci Abd-el-Kerim nella capanna che tu bene conosci; io seguo lo scièk con Medinek. Sta bene, forse hai ragione di seguirlo. Parti se non vuoi perderlo di vista.