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Quando tornò il dottore, e poco dopo di lui venne il prete ch'egli era andato a chiamare, gli occhi dell'ammalata nuotavano gi

Fra due o tre giorni... si affrettò Tina: me lo prometta. Ma che cosa avete? Sarò morta. Poi la fanciulla disse ancora: La mamma non avrebbe i quattrini. La voce dell'ammalata aveva un suono così insolito che l'altra esitò a rispondere. Vi sentite dunque male? Me lo promette? insistè Tina pregandola cogli occhi. L'altra ragazza bianca venne all'uscio della cucina: Tina sentì un brivido.

Il letto era sempre così. La signora Veronica invece di rifarlo si era contentata di spianarvi sopra quei lenzuoli saturi ancora di tutto il sudore triste dell'ammalata. Ella ne raccapricciò, malgrado l'abitudine oramai vecchia ai sudiciumi della miseria, e seguitò a piangere in un dolore quasi dolce.

Esse si posavano sul volto bruno dell'ammalata, dai pomelli arrossati, mentre ella dormiva, gittata in quei torpori profondi che sono il preludio della morte: il figliuolo invano le scacciava con un ventaglio, esse ritornavano a posarsi su quelle labbra semiaperte da cui sfuggiva breve, rôco, rantoloso, il respiro.

A fare che? Un bagliore brillò nelle pupille dell'ammalata. Mi ha promesso un regalo. Che cosa? Tina rispose dopo una pausa: Ho freddo. Allora la mamma, girando intorno al letto, le addoppiò addosso la coperta scoprendo mezzo il lenzuolo. Stai bene? Vuoi del latte? Chiama la signora Veronica. Tina rimase sola.

Betta, indifferente al discorso delle due donne, si era rivolta al letto: il sole arrivava sui capelli di Tina arruffati nel mezzo del cuscino, ma il viso dell'ammalata, più basso, rimaneva nell'ombra. La fanciulla si accostò in punta di piedi. Tina aveva la bocca aperta e gli occhi sbarrati, opachi come un vetro.

I suoi occhi, che fissavansi ora assorti nel volto dell'ammalata, parvero accendersi d'un vivido lampo: una profonda espressione di bont

Nella camera dell'ammalata tutto taceva, nelle altre camere si camminava in punta di piedi e visi contristati si scambiavano occhiate più tristi ancora; il martello della porta era foderato di lana nella strada, avevano sparso la paglia, alcune visite erano state licenziate in fretta.

Appena entrato col notaio, Grisostomo andò innanzi, e s'avvicinò sollecito alla giacente dalla parte del letto verso la parete. Il notaio è qui finalmente: diss'egli. Non s'udì risposta alcuna dell'ammalata.

Mia suocera era accorsa ad assisterci e a farci coraggio, la Menica aiutava la Rosa, Bitto non lasciava che di rado la camera dell'ammalata, ed io avevo perduta la testa, e non servivo che d'imbarazzo.