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Allora, così in camicia, senza busto, col petto seminudo parve anche più ammalata; ella stessa n'ebbe un brivido. Betta appoggiata al telaio della finestra giocarellava con una bottiglietta di acqua profumata. Poi disse: Dammela. , non avrei tempo di adoperarla. Ma un impeto le salì al cuore, quasi uno sgomento davanti a quella minaccia di diventare brutta. Come ti sembro? Non sei più tu.

Betta aveva sempre quel vestoncino rosso, largo, al disopra del quale il suo viso gonfio sembrava anche più ammalato: appena fu al letto, vi si arrampicò. Non mi toccare! gridò Tina. Ti fa sempre male la pancia? Si. E io qui, rispose premendo il fazzoletto sotto l'orecchio destro.

Perchè non stasera, se deve venire? Allora vado subito. Tina non rispose. Betta era andata a sedersi presso la finestra; il suo viso gonfio e giallo esprimeva una collera intelligente, che non avrebbe così presto perdonato. Si sentiva derubata e se la pigliava anche con Tina perchè non sapeva assicurarle il dono dopo averglielo fatto: poi si voltò al muro per non mostrare di piangere.

Betta fece quel solito gesto, quando la chiamava per dirle qualche cosa, ma Tina non si mosse: la sua fronte era quasi verdognola, e il sole fra i capelli pareva accenderle delle fiammoline.

Al mattino seguente apersero i bauli, Metilde e la Betta furono occupate tutto il giorno a riempiere gli armadi e i cassettoni, coll’assistenza di Silvio che piantava chiodi, si martellava le dita, bestemmiava fra i denti, e si protestava beato.

Anzi, forse, chi sa, a cercar bene,... ci si troverebbe qualche cosa di più! Betta È strano! Il Commissario È stranissimo! Ma udite, udite, moglie mia, quest’altro particolare anche più strano. Betta Il Commissario Betta Il Commissario Betta Cucù! Oscar Cucù!! Betta Ma è discreto. Si contenta di rubare quello delle serve. Oscar Il Commissario Betta

La Betta era piaciuta alla signora Emilia pel suo aspetto di cameriera che faceva buona figura. Sapeva cucire e stirare la biancheria, e si adattava anche ad ogni più basso servizio.

Non si sa mai!... Teresa Bisognerebbe che restassi sola con lui.... Betta Quando star

Uscendo dallo studio dell’avvocato, Silvio girava per le strade occhiando le ghiottonerie esposte nelle vetrine, faceva qualche acquisto che nascondeva nel fazzoletto, e così portava a casa il complemento del pranzo; talvolta mandava la Betta a comperare il pesce fritto, o qualche manicaretto che gli aveva fatto gola, messo in mostra alla trattoria.

Ma benché pentita e ammalata la Tarabotti persistette ad amare, se non gli uomini, il mondo, e piú la sua fama di scrittrice. E quando a quarantasette anni si sentí vicina a morire scrisse alla amica Betta Polani: