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Che può l'uomo, sclama l'abate d'accento commosso, quando Iddio diversamente divisa? Dio infatti, nei suoi riposti consigli disponeva diversamente. Ella era gi

Il signor Asdrubale finisce appunto di raccogliere il suo denaro, leva la faccia sorridente e porge le carte al giovine, dicendogli con una monotonia d'accento che parrebbe feroce: «La rivincitaQuale fortuna! Quell'ottimo signore si fida; è disposto a giocare a credito, si adatta a riperdere il denaro vinto ed a lasciarsene guadagnare dell'altro!...

Quel richiamo alla primavera mentre la brezza vespertina faceva rabbrividire il fogliame dei platani che incominciava ad incresparsi d'oro, quella precoce tristezza d'accento in un giovane che s'affacciava appena alla vita, formavano dei contrasti così intimi e dolorosi che io sentii, mio malgrado, stringermi il cuore. «Ci rivedremogli chiesi, quando fummo per separarci. «Al mio ritornorispose; «parto domani per Napoli

L'abituale freddezza d'accento di Luigi Albani si era fatta ancora più grande, e nel tono strascicante con cui aveva pronunziate quelle parole quasi ripetendo una frase mandata a memoria, v'era un'ironia così sottile ed acuta, che il Natali si voltò a guardarlo. Ora, egli si dirigeva in fondo allo stanzone, verso la mensola.

Ma anche a ragionare d'inezie c'è il modo di andar nel sublime, o almeno di rasentarlo, con un buon lavoro d'occhiate compassionevoli, tremiti di voce e soavi inflessioni d'accento. Ora in quest'arte Filippino era passato maestro.

Vi fermate a lungo? domandò ella a Perez, col quale procedeva ora avanti. Non tanto quanto vorrei. Debbo purtroppo tornare alla scuola. Tenete compagnia al vostro amico, soggiunse; poi, dopo una breve pausa, con voce più bassa ma con più calore d'accento: Ne ha bisogno.

A queste parole il sangue fluttuava alla testa del brav'uomo; goccioloni di sudore gli colavano dalla fronte; le sue obbiezioni divenivano più fiacche; io lo urgeva, se non con potenza d'argomenti, certo con molto gesto e con fervidezza di sguardi e d'accento. Finalmente egli se n'andò sclamando: «VedremoRaccolse subito il Consiglio comunale.

Ch'io le sconti, nevvero? chiese Giuliano con un'amarezza d'accento che voleva esser patetica. Ella ebbe un maligno sorriso: Ma, mio caro creolo, voi siete sempre stato molto indipendente, e avete voluto.... No.... non fui io, a volerlo rispose stizzosamente è stata mia madre. Ah! diss'ella. E lo guardò sorridendo, con quel sorriso che scopriva tutto quanto il lucido avorio dei suoi denti.