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Era profondamente turbato.... il corso pericolo, quel vedersi, sentirsi di fronte a una morte terribile, e, diciamo pure, anche il pensiero della sorte che aveva minacciata la Duchessa, avevano lasciato nell'animo suo un'impressione grave. Il creolo era stato fortemente scosso; non poteva sopportare il ricordo di quel momento, ma il ricordo implacabile non lo abbandonava mai.

Giuliano capì il latino. L'ira gli era sbollita ormai, ed egli, annoiato da quella prolissa difesa, si sentiva tornare addosso la serena indifferenza del creolo. In cuor suo cominciava a trovare che proprio non valeva la pena! Per cui finì coll'esser magnanimo, e perdonò senz'altro a Drollino, col patto però che colui non avesse più a capitargli fra i piedi.

Non era punto: creolo.... in quel momento! Allora Milla ebbe un subito e febbrile risveglio delle forze. S'alzò a sedere sul letto, s'avvinghiò colle braccia scarne al collo di Giuliano e gli si strinse convulsa sul petto, con un grido supremo di trionfo e di desiderio: Vivere!... vivere!... La villa era ancor tutta sottosopra.

E Giuliano, guidando Mia, che in quel giorno pareva straordinariamente docile e savia, guardava con vero piacere la Duchessa, che gli pareva molto più bellina del solito, con quel non so che di nuovo, di biricchino, di piccante che s'era messo addosso, in un colla foggia ardita, quasi mascolina, del suo acconciamento. E allora, nell'animo vigliacco del creolo, un'ignobile contentezza si diffuse.

Il Duca si compiaceva assai, specialmente sulle prime, di quell'adorazione costante, quasi insana. Il suo amor proprio era soddisfatto; qualche volta, in cuor suo, n'era leggermente commosso. Eppure.... accadeva, ogni tanto, ch'egli sentisse uno strano moto d'impazienza. Dio! com'era mai bambina quella cara Milla. Aveva certe fanciullaggini! Il lato sublime di quelle fanciullaggini gli sfuggiva.... non era stato abituato così...; le fantasticherie di sua moglie, certe esagerazioni poetiche del suo amore per lui gli riescivano, ahimè, alquanto stucchevoli! Gli toccava, certe volte, di fingere di capire ciò che Milla gli diceva e questa per il creolo, era una fatica improba! La sua lunga esperienza della donna gli tornava vana di fronte al carattere bizzarramente affettuoso di Milla, davanti a quel completo oblio di stessa, che in lei semplificava tutto, ad un punto eccessivo. Ora, la semplicit

Ch'io le sconti, nevvero? chiese Giuliano con un'amarezza d'accento che voleva esser patetica. Ella ebbe un maligno sorriso: Ma, mio caro creolo, voi siete sempre stato molto indipendente, e avete voluto.... No.... non fui io, a volerlo rispose stizzosamente è stata mia madre. Ah! diss'ella. E lo guardò sorridendo, con quel sorriso che scopriva tutto quanto il lucido avorio dei suoi denti.

Ecco che se ne andavano tutti e lo lasciavano solo.... in faccia a quella donnina smorta, che non gli faceva scene, ma non voleva saperne di alzarsi, di guardarlo in viso. Poi ebbe un sentimento di soddisfazione. Eh, eh..., la cosa prendeva un certo aspetto.... Meglio così.... forse la posizione avrebbe potuto farsi critica, ed egli era tanto.... creolo!

Siccome era creolo, così accadeva qualche volta che la sua stupenda vesta da camera orientale avvolgesse tuttora le sue forme da Apollo impinguato, in quell'ora privilegiata durante la quale la gente per bene esce di casa e popola i Portici, via di Po e il Corso. Allora accendeva un chibouk e sfogliazzava un romanzo. Ma tant'è eran lunghette quelle ore.