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Finalmente venuto quasi meno d'ogni forza, come vide niuna speranza per più rimanere, si fece sollecito di affrettarsi i soccorsi della religione consolatrice, esclamando che ito sarebbe lieto e pieno di speranza a ribaciare e padre e madre, e moglie e figlia: ed acconciatosi con decenza sovra la sua seggiola a bracciuoli, sereno in volto come l'innocenza, i suoi occhi s'illanguidirono a poco a poco, simili ai raggi del sole che vanno a perdersi nell'onde quando il mare è tranquillo, finchè dopo una brevissima agonia, mancare sentendosi, stendendo la mano,

L'ardenza de' raggi del sole gli fa riporre la somma delle voluttá nella frescura dell'ombre, nella mite dolcezza del chiaro della luna, nell'aspetto de' ruscelli, nello spirare di un'auretta consolatrice. Nella stessa maniera all'assenza di esse egli paragona sempre ogni sua pena.

In questa non breve malattia, Stella, buona e amorosa consolatrice, non si distaccò mai dal suo capezzale; e Damiano, ch'era sempre taciturno e tetro, lasciava sfuggir qualche volta un leggiero sorriso d'amore appena la sorella venisse a sedergli a lato, e cercasse coll'ingenua dolcezza delle sue parole spargere qualche balsamo sull'anima sua malinconica e ferita.

La speranza, la grande consolatrice, la grande menzognera, mi faceva prevedere giorni più belli.

Io, ti voglio giovane, bella, pura come uscisti dalle mani del regolatore dei mondi!... casta, ideale, fantastica... E quindi, il primo, lo squisitissimo, l'incomparabile capo d'opera dell'Eterno! Compagna e consolatrice dell'uomo, tu sei, quando buona, il più prezioso de' suoi tesori. E seduta, ansiosa di sollevarlo, pia, al capezzale del soffrente ferito, tu sei un angelo!

Que' monti lontani ed eccelsidicea tra , considerando i Pirenei ed il tramonto, «queste belle pianure, quella vôlta azzurra, la cara luce del , saranno per sempre interdette a' miei sguardi; fra poco la canzone del contadino, la voce consolatrice dell'uomo non giugneranno più all'orecchio mio...

Troppo ancora in Milan l'anima mia Tra giochi e alteri studii vaneggiava, E glorïosi amici e fama ambìa, Ed ogni più folli ombre afferrava. Ma pur di salutar malinconia Frequente un'ora i gaudii miei turbava, E al tempio allora io rivolgeva il piede, E in me scendea consolatrice fede.

Noi siamo oggi posti tra i misogini, che seguono il Leopardi e lo Schopenhauer nel loro disprezzo per le donne; e tra i femministi, che lavorano a fare della donna non la compagna, ma la concorrente e la rivale dell'uomo. E l'arte? Non era l'arte la grande consolatrice? Lo Schopenhauer e il Leopardi, negando tutte le altre cose, non avevano attestato il sovrano potere dell'arte?

La vista di Fiordispina Guerri parve dar nuove forze a quel povero morente. Viveva di quella contemplazione muta. Riconoscente di quel perdono e di quella cura amorosa, Gino Malatesti ebbe ancora la virtù di sorridere alla sua consolatrice. Ma oramai non gli restava che un soffio di vita.

Mi seccherebbe, non guarirvi mormorò, un po' pensosa. Perchè? Per amor proprio? Non so. Credete di essere il primo, venuto da me, in un giorno di tristezza, a piangere il suo dolore e a chiedere dei sorrisi? Non ignoro la vostra missione di consolatrice universale. Ma io non piango, vedete. Sono sulla via della guarigione. Da quando? Da tre quarti d'ora.