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Dal sorriso d'un popolo Nasce d'un altro il pianto; Per una gente è un empio Chi per un'altra è un santo; E le bufere scrosciano, E il sol sfavilla, e i fiori Si veston di colori, E nello spazio rotëan le stelle!... Tutti, mendìchi e principi, Deboli e forti, tutti Proviam gli stessi gaudii, Abbiam gli stessi lutti!

Oh, dolce, dolce esser la sua diletta.... Attenderlo, la sera, Presso il desco frugal, con la sincera Ansia gentile di chi amando aspetta: Dolce coglier da lui, siccome il giglio Bianco da l’ape d’oro, Il bacio di chi sa lotta e lavoro. Esser tutto il suo bene, e dargli un figlio: E in questo figlio bello ed innocente Che la virtù paterna Possegga, un voto, una speranza eterna Riporre, e i gaudii de l’et

Piangimi, o dolce genitrice: a Dio No, non è oltraggio il tuo materno pianto; Ma pensa che felice or qui son io, Che degli sposi mi toccò il più santo; Che siccome eri tu l'angiolo mio, Angiolo or son che aleggio a te d'accanto, E, qual tu provvedevi a' gaudii miei, Così di me perenne cura or sei.

Il Morone lo teneva assai bene informato di tutto, ma ciò che per altri sarebbe stato causa di uno sgomento continuato, in lui non generava che momentanee tristezze e prostrazioni d'animo talvolta eccessive, ch'egli procurava tosto di rintuzzare e affogare nei gaudii e nell'ebbrezza.

Nessun lavoro di educazione, nessuna voce amica ci chiama a queste regioni dove saremmo tanto più felici quanto più ci sentiremmo nobili. In quella vece ci si rinchiude nella cerchia dei mezzi conforti della mente, dei mezzi gaudii del cuore, certo i più eletti, e poi ci si comanda di vivere! «Infine, che vi dirò?

Ma nel rilassato atteggiamento conservava pur sempre la superbia della bellezza; ma con largo ritmo il seno si alzava e s'abbassava in un valido respiro; ma il busto libero dalla fascetta era centrifugo e scultorio; ma era tutta bella, la giovane, la forte, la destinata ai gaudii molteplici del vivere; tutta bella, dalla massa robustamente cupa della capigliatura, ai piccoli piedi serrati negli alti stivaletti. Colma di grazie fisiche, era un'arpa dalla quale poteva la passione risvegliar gli echi vibranti delle intime felicit

Piovon sui cuori palpitanti d’ansia, Che ne la febbre non guarita mai, Nel desiderio dei negati gaudii Singhiozzano all’ignoto: Amore, amor!... Questa notte dal ciel scendono baci: Silenzïosi, benedetti, lenti. Calman sospiri ed incubi: Succhian le vane lagrime cocenti. Fra l’erba, in una triste primavera, Una precoce mammola fiorì. Fredda era l’aria.

Viviam!... Lasciam che passino Servi all'istinto gli anni! Tutti avrem pari i gaudii, Tutti pari gli affanni!.... L'eternit