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Con lei, giochi furibondi, liti furibonde. Di lei agli altri diceva, con quella sua molle parlata rotonda:

69 Se fu quel letto la notte dinanti pien di sospiri e di querele gravi, non stette l'altra poi senza altretanti risi, feste, gioir, giochi soavi. Non con più nodi i flessuosi acanti le colonne circondano e le travi, di quelli con che noi legammo stretti e colli e fianchi e braccia e gambe e petti.

Se non che agli scolari del seicento piacevano altri giochi, e non badando che

Non avevate delle spiegazioni da darmi? Mi sembrate così poco disposta a riceverne! Sarò io che ve le darò invece. Voi.... Siete libero, ella disse raddolcendosi nuovamente: avrei voluto potervelo dir prima, per risparmiare ciò che avete creduto di dovermi spiegare, ma il tempo dei nostri giochi è passato.

«Giunto io a lui, si partì da uno delli fratelli ed altri signori con li quali guardavano alcuni giochi di fuoco e solo con un suo gentiluomo si ritirò sotto una loggetta. Introdotto che fui alla sua presenza dissi: che se la Serenit

31 Giunto, lo fa alloggiar nel suo palagio, lo visita ogni giorno, ogni ora n'ode; fa gran provision che stia con agio, e d'onorarlo assai si studia e gode. Langue Iocondo, che 'l pensier malvagio c'ha de la ria moglier, sempre lo rode: 'l veder giochi, musici udire, dramma del suo dolor può minuire. 32 Le stanze sue, che sono appresso al tetto l'ultime, inanzi hanno una sala antica.

La chiamano polentina, e il pubblico non è mai sazio di vederla, tanto che quando ha terminato i suoi giochi, si sente gridare da tutte le parti: Ancora, ancora, Polentina, e lei, quantunque stanca, e rossa infocata, riprende i suoi esercizii allegra e sorridente.

Si trova scritto che a Narbona per tempo lunghissimo dai Cristiani si celebrasse la festa di Flora proprio a mo' dei pagani con giochi, e femmine ignude: nel 1551 un Concilio provinciale condannò riti siffatti, i quali comecchè indarno gi

«Io scrivo senz'odio e senza amarezza. Il primo mi fu sempre ignoto. Ma uno sdegno profondo mi solca l'anima, quand'io penso al come si giochi quaggiù sul tappeto d'una Cancelleria la libert

Passò tra una schiera di senatori, i quali si curvavano profondamente; non degnò nessuno di uno sguardo; gli schiavi favoriti gli imbandirono la colazione; mangiò molto, bevè molto, assistì a danze lascive, a giochi pazzi, di gladiatori che si ammazzavano sotto i suoi occhi; gli portarono immensi vasi di cristallo, nei quali morivano le triglie più belle, cangiando i più rari riflessi metallici delle loro squame, ma non trovò piacere.