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un punto vidi che raggiava lume acuto si`, che 'l viso ch'elli affoca chiuder conviensi per lo forte acume; e quale stella par quinci piu` poca, parrebbe luna, locata con esso come stella con stella si colloca. Forse cotanto quanto pare appresso alo cigner la luce che 'l dipigne quando 'l vapor che 'l porta piu` e` spesso,

Lo naturale e` sempre sanza errore, ma l'altro puote errar per malo obietto o per troppo o per poco di vigore. Mentre ch'elli e` nel primo ben diretto, e ne' secondi se' stesso misura, esser non puo` cagion di mal diletto; ma quando al mal si torce, o con piu` cura o con men che non dee corre nel bene, contra 'l fattore adovra sua fattura.

Lo mio maestro e io soli amendue suso andavamo; e io pensai, andando, prode acquistar ne le parole sue; e dirizza'mi a lui si` dimandando: <<Che volse dir lo spirto di Romagna, e 'divieto' e 'consorte' menzionando?>>. Per ch'elli a me: <<Di sua maggior magagna conosce il danno; e pero` non s'ammiri se ne riprende perche' men si piagna.

Li angeli, frate, e 'l paese sincero nel qual tu se', dir si posson creati, si` come sono, in loro essere intero; ma li elementi che tu hai nomati e quelle cose che di lor si fanno da creata virtu` sono informati. Creata fu la materia ch'elli hanno; creata fu la virtu` informante in queste stelle che 'ntorno a lor vanno.

Noi aggirammo a tondo quella strada, parlando piu` assai ch'i' non ridico; venimmo al punto dove si digrada: quivi trovammo Pluto, il gran nemico. Inferno: Canto VII <<Pape Satan, pape Satan aleppe!>>, comincio` Pluto con la voce chioccia; e quel savio gentil, che tutto seppe, disse per confortarmi: <<Non ti noccia la tua paura; che', poder ch'elli abbia, non ci torra` lo scender questa roccia>>.

E io li aggiunsi: <<E morte di tua schiatta>>; per ch'elli, accumulando duol con duolo, sen gio come persona trista e matta. Ma io rimasi a riguardar lo stuolo, e vidi cosa, ch'io avrei paura, sanza piu` prova, di contarla solo; se non che coscienza m'assicura, la buona compagnia che l'uom francheggia sotto l'asbergo del sentirsi pura.

E io li aggiunsi: <<E morte di tua schiatta>>; per ch'elli, accumulando duol con duolo, sen gio come persona trista e matta. Ma io rimasi a riguardar lo stuolo, e vidi cosa, ch'io avrei paura, sanza piu` prova, di contarla solo; se non che coscienza m'assicura, la buona compagnia che l'uom francheggia sotto l'asbergo del sentirsi pura.

un punto vidi che raggiava lume acuto si`, che 'l viso ch'elli affoca chiuder conviensi per lo forte acume; e quale stella par quinci piu` poca, parrebbe luna, locata con esso come stella con stella si colloca. Forse cotanto quanto pare appresso alo cigner la luce che 'l dipigne quando 'l vapor che 'l porta piu` e` spesso,

indi partissi povero e vetusto; e se 'l mondo sapesse il cor ch'elli ebbe mendicando sua vita a frusto a frusto, assai lo loda, e piu` lo loderebbe>>. Paradiso: Canto VII <<Osanna, sanctus Deus sabaoth, superillustrans claritate tua felices ignes horum malacoth!>>.

Luogo e` la` giu` da Belzebu` remoto tanto quanto la tomba si distende, che non per vista, ma per suono e` noto d'un ruscelletto che quivi discende per la buca d'un sasso, ch'elli ha roso, col corso ch'elli avvolge, e poco pende. Lo duca e io per quel cammino ascoso intrammo a ritornar nel chiaro mondo; e sanza cura aver d'alcun riposo,