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Aggiornato: 11 giugno 2025
Ben m'accors'io ch'elli era d'alte lode, pero` ch'a me venia <<Resurgi>> e <<Vinci>> come a colui che non intende e ode. Io m'innamorava tanto quinci, che 'nfino a li` non fu alcuna cosa che mi legasse con si` dolci vinci. Forse la mia parola par troppo osa, posponendo il piacer de li occhi belli, ne' quai mirando mio disio ha posa;
Ben m'accorsi ch'elli era da ciel messo, e volsimi al maestro; e quei fe' segno ch'i' stessi queto ed inchinassi ad esso. Ahi quanto mi parea pien di disdegno! Venne a la porta, e con una verghetta l'aperse, che non v'ebbe alcun ritegno. <<O cacciati del ciel, gente dispetta>>, comincio` elli in su l'orribil soglia, <<ond'esta oltracotanza in voi s'alletta?
ed el mi disse: <<Volgi li occhi in giue: buon ti sara`, per tranquillar la via, veder lo letto de le piante tue>>. Come, perche' di lor memoria sia, sovra i sepolti le tombe terragne portan segnato quel ch'elli eran pria, onde li` molte volte si ripiagne per la puntura de la rimembranza, che solo a' pii da` de le calcagne;
E 'l duca che mi vide tanto atteso, disse: <<Dentro dai fuochi son li spirti; catun si fascia di quel ch'elli e` inceso>>. <<Maestro mio>>, rispuos'io, <<per udirti son io piu` certo; ma gia` m'era avviso che cosi` fosse, e gia` voleva dirti: chi e` 'n quel foco che vien si` diviso di sopra, che par surger de la pira dov'Eteocle col fratel fu miso?>>.
Gio. Villani, lib. 7, cap. 61, dice ancora di tali pratiche «di quegli di Palermo contando le loro miserie per una bella pistola, e ch'elli doveano amare libert
Poi che avete questa fantasia, quanto piú presto possete cacciatevela; ché le cose che indugiano pigliano vizio. FULVIA. Io ho caro, Rita, che tu sia sempre stata meco in compagnia: ché della vita e fede mia verso di lui ne potrai far buona testimonianza; ch'io so ch'elli avea gran fede in te.
quando si leva, che 'ntorno si mira tutto smarrito de la grande angoscia ch'elli ha sofferta, e guardando sospira: tal era il peccator levato poscia. Oh potenza di Dio, quant'e` severa, che cotai colpi per vendetta croscia! Lo duca il domando` poi chi ello era; per ch'ei rispuose: <<Io piovvi di Toscana, poco tempo e`, in questa gola fiera.
Lo naturale e` sempre sanza errore, ma l'altro puote errar per malo obietto o per troppo o per poco di vigore. Mentre ch'elli e` nel primo ben diretto, e ne' secondi se' stesso misura, esser non puo` cagion di mal diletto; ma quando al mal si torce, o con piu` cura o con men che non dee corre nel bene, contra 'l fattore adovra sua fattura.
per ognun tempo ch'elli e` stato, trenta, in sua presunzion, se tal decreto piu` corto per buon prieghi non diventa. Vedi oggimai se tu mi puoi far lieto, revelando a la mia buona Costanza come m'hai visto, e anco esto divieto; che' qui per quei di la` molto s'avanza>>. Purgatorio: Canto IV
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