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In una povera stalla, nel rigore dell'inverno, nelle tenebre della mezzanotte, viene alla luce un piccolo fanciullo ebreo; la giovanetta madre lo avvolge in un pannolino e lo reclina nel presepio. Questo Bambino è il Verbo incarnato, e attorno a questa culla gravitano i destini dell'umanit

Il polledro, impedito nella respirazione, si ferma; egli lo stazzona alquanto, poi di un subito datogli un tratto con la briglia a sinistra, ed una spronata a destra, lo avvolge, lo avvibra per la strada percorsa, e tempestando ritorna sopra la piazza del castello. Egli vi giunge allorchè il confortatore, sollevato il capo di Beatrice, gridava: «Questo è il capo di Beatrice Cènci vergine romana

Il venerando veglio è salito all'altare e lo avvolge in profumi che escono dal ricolmo incensiere. Chi ha da colpire? Dove ha da lanciare la bomba? Nel presbitero? Ha da colpire il vescovo, i canonici, oppure la ha da lanciare in mezzo alla folla che ora? Il vescovo è ritornato al suo trono. Gloria in excelsis Deo!

Dormire, e non sognare, oppure sognare rivoluzioni, bombe, tiranni uccisi, aristocratici e borghesi sfracellati in un mare di sangue; sognare vescovi scannati, papi col ventre squarciato; la rivoluzione, la grande rivoluzione, operazione terribile ma necessaria, che sola può salvare l'Italia. Maledette campane! Si avvolge ben bene nelle coltri, cela la testa nel lenzuolo e cerca sonno.

Cerca il luogo che meglio le conviene, vi si abbarbica e a poco a poco avvolge nel suo tessuto gli scogli, le piante e perfino gli animali che le sono vicini. I buchi, o fori, o pori della spugna comunicano tra loro, e finchè l'animale è vivo, l'acqua vi circola liberamente e d

È Elisa dolorosa che racconta la miserevole istoria di Gerbino e della figlia del re di Tunisi, i quali innamorarono l’uno dell’altra per udita, senz’essersi veduti mai; ella è che descrive le sofferenze del mite conte d’Anversa; ella è che avvolge di sospirosa piet

Uno dei nostri, che era stato diverse volte in prigione sempre per affari politici, ci iniziò nei misteri della vita non troppo geniale del carcere, e c'insegnò tra le altre cose un mezzo sicuro, per comunicare con gli altri infelici, quantunque fossero in stanze dalla nostra lontane: il nome tecnico di questo nuovo sistema di comunicazione è il cavallo; si attacca ad un sasso o a un pezzo di legno una cartolina, in cui si scrive, quello che vogliamo; si avvolge poi tutto ad un filo e dalla finestra si lancia, dove si ha intenzione di farlo recapitare; i prigionieri, nella solitudine aguzzano tanto l'ingegno, addiventano così maestri nella precauzione, che se si ingannano una volta sola, in questo nuovo bersaglio, si può assicurare che è una fatalit

È tuo, è tuo tutto ciò, ancora tuo, piú tuo di prima. Svegliati, Sonia! Svegliati, e rivivi! Nel sonno che ti avvolge come una cappa di piombo, tu piú non vivi,... tu piú non vivi e non mi fai piú vivere!

Dal che Alcibiade mi chiamava a , egli non offerse mai vittima ai Numi, senza che io ne avessi la mia parte. Qui si fa un sacrificio in suo onore. Sono il suo parassita. Ci resto! E si avvolge nel suo mantello, attendendo, ritto e fermo, che le fiamme lo avvolgano insieme con Alcibiade e Timandra.

È un torrente di turbanti e di cavalli, che ci avvolge e ci travolge con un impeto irresistibile; un barbaglio di colori, una fantasmagoria di faccie strane, un frastuono di voci stridule, una furia, una confusione di battaglia, uno spettacolo grandioso e selvaggio che innamora e sbalordisce.