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Il popolo diviso in due fazioni dava riputazioni a' bighelloni. Perocché riscaldato e in gran puntiglio, chi Marco e chi Matteo per sostenere, vivo tenea il discorso e lo scompiglio, ed aperto il borsello per vedere e per poter gridar: Mi maraviglio. Marco a Matteo può baciare il brachiere, o ver Matteo lo può baciare a Marco, facendo chi il Caton, chi l'Aristarco.

L'odio e i rispetti umani han molta parte a far piú l'un che l'altro abbia pallotte; pur, quantunque ignoranza è ignuda d'arte, lusinga le persone d'esser dotte, e un numero infinito poi comparte il voto suo per vie bistorte e rotte; ma ognun Caton si crede e lo disperde contro anche a san Francesco, e va nel verde. Io ballottai talor qualche piovano, e credei pel migliore dar la fava.

Lo spazzo era una rena arida e spessa, non d'altra foggia fatta che colei che fu da' pie` di Caton gia` soppressa. O vendetta di Dio, quanto tu dei esser temuta da ciascun che legge cio` che fu manifesto a li occhi miei! D'anime nude vidi molte gregge che piangean tutte assai miseramente, e parea posta lor diversa legge.

Lo spazzo era una rena arida e spessa, non d'altra foggia fatta che colei che fu da' pie` di Caton gia` soppressa. O vendetta di Dio, quanto tu dei esser temuta da ciascun che legge cio` che fu manifesto a li occhi miei! D'anime nude vidi molte gregge che piangean tutte assai miseramente, e parea posta lor diversa legge.

Taccio or del gran legnaggio piú ministri i quai, se avesse aúto ai primi tempi Roma, via piú d'onor l'ariano ornata che Fabrizio Caton Scipio: il gran Salviati, un Tomaso, un Francesco; un di prudenza, un di bontade esempio e l'altro di giustizia, il Guicciardino; il qual la terra nostra or teme ed ama.

A ben manifestar le cose nove, dico che arrivammo ad una landa che dal suo letto ogne pianta rimove. La dolorosa selva l’è ghirlanda intorno, come ’l fosso tristo ad essa; quivi fermammo i passi a randa a randa. Lo spazzo era una rena arida e spessa, non d’altra foggia fatta che colei che fu da’ piè di Caton gi

A ben manifestar le cose nove, dico che arrivammo ad una landa che dal suo letto ogne pianta rimove. La dolorosa selva l’è ghirlanda intorno, come ’l fosso tristo ad essa; quivi fermammo i passi a randa a randa. Lo spazzo era una rena arida e spessa, non d’altra foggia fatta che colei che fu da’ piè di Caton gi

Marfisa ne tenea nella sua gabbia con certe grazie e lazzi non so quanti. Non dimandar se Terigi s'arrabbia, veggendo ch'essa cercava gli amanti con scherzetti, lusinghe e sguardi ed atti da far mille Caton diventar matti. Ma sopra tutto gli dilania il core il veder che gli uffizi son diretti in pro d'un frasca, suo nuovo amadore, che sembra giunto a fargli de' dispetti.