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Ve' se non par la stria che, a questi giorni, si scaldò il culo in piazza per avere usato carnalmente con Lucifero! Vedi bel naso fatto a campanello! Tu sei pur tutta bella, anima mia. Ti va' donar quatro di questi fichi, se vuoi venir a stare un'ora meco al necessario. ARTEMONA. E che vorresti, poi, pan perduto? PILASTRINO. Vorrei farti i miei fatti, costí, nel tuo grembial.

I canonisti e specialmente i vescovi devono anche giudicare della impotenza proveniente da maleficio; essa può riconoscersi da questi indizii: 1. Se la moglie, che d'altronde ama suo marito, non vuole ch'esso le si accosti carnalmente, persuasa ch'egli non possa con essa compiere l'atto conjugle;

Per la cui caldezza di lussuria, finalmente ad Enea troiano, essendo arrivato alla detta terra, carnalmente per moglie si diede. Ond'ei partito per venire in Italia, ed ella aspettandolo, per dolore del suo non tornare, stessa ucise. ¶ Cleopatras fu moglie del re Tolomeo d'Egitto, amica di Cesare, poi che della prigione del fratello liberata, lo trasse, essendo morto Pompeo.

L'altra fu una donna, nominata Mirra, figliuola d'alcuno re delle parti d'oriente, nominato Cinara, quale alcuna volta, in un altra donna trasformata, nel suo letto carnalmente per sua voglia si stette, la quale, essendosen'egli avveduto per alcun segno poi, e vogliendo ella uccidere, da lui si fuggì, di cui finalmente un figliuolo maschio fece.

III. Peccano mortalmente i coniugi che esercitano fra loro atti molto osceni e gravemente repugnanti al naturale pudore, e specialmente se si accoppiano carnalmente usando di una parte del loro corpo che non è quella voluta dalla natura, per esempio, se la moglie prende in bocca il membro virile del marito ............... ecc. ecc. imperocchè lo stato coniugale non potr

E così sole per alcun tempo stando, il detto Jiasone, come è detto di sopra, quivi ad esse pervenne, nella quale per pugna d'assedio con certi compagni, a patti finalmente fu messo, dove colla reina delle dette femmine, nominata Isifile, a stare carnalmente si mise, promettendole che nella sua tornata nelle sue parti la menerebbe.

Da questa ipotesi consegue che, se l'impotenza fosse sparita con tale operazione, malgrado il pericolo di morte, il matrimonio sarebbe per sempre nullo, e si dovrebbe rinnovarlo prima che gli sposi giacessero carnalmente assieme.

Quegli che, accoppiandosi carnalmente nel matrimonio, desidera che dal suo atto non nasca prole, pecca: su ciò sono d'accordo tutti i teologi, ma sarebbe cotesto soltanto un peccato veniale, giusto l'adagio che finis præcepti non cadit sub præcepto. Così Sanchez l. 9, disp. 8, n. 10 e molti altri. Ma v'hanno pure dei teologi, del resto pochissimi che lo vogliono un peccato mortale.