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Il fantasma di amore, che ha eternamente agitato l'Eroe, veste forme sensibili. Ebe e Lucifero si amano: l'amore accerta l'Eroe del trionfo. Si allontanano da Tempe, e giungono nell'Attica. L'Acropoli di Atene. Volutt

Si ragionava con Tuccio di Credi, il quale trova una certa rassomiglianza, nel volto di Lucifero.... Ah! disse Spinello. Tuccio di Credi ha trovato questo? La cosa merita di esser chiarita. E scese dal trèspolo, su cui depose tavolozza e pennelli, per andarsi a piantare in uno dei punti estremi del tavolato.

Desideravamo l'autunno, la stagione più cara, più intima, più dolce per la nostra lunga contemplazione amorosa. Era forse una foglia, la prima che si staccava dal ramo, che ci diceva quanto noi potevamo essere felici? Desideravamo i crepuscoli rosei, colla mitica stella di Lucifero, colla sottile falce della luna, coi cirri spolverizzati d'oro: e quando voi, o colombi, stendevate il volo su quel terrazzo fiorito, l

Lucifero, continuando il racconto, accenna alla venuta dei barbari; ad Ario, che si ribella, fra' primi, all'autorit

Lucifero era gi

<<Attienti ben, che' per cotali scale>>, disse 'l maestro, ansando com'uom lasso, <<conviensi dipartir da tanto male>>. Poi usci` fuor per lo foro d'un sasso, e puose me in su l'orlo a sedere; appresso porse a me l'accorto passo. Io levai li occhi e credetti vedere Lucifero com'io l'avea lasciato, e vidili le gambe in su` tenere;

A mano a mano che i contorni del viso di Lucifero prendevano forma sotto le pennellate dell'artefice, cresceva la bellezza del tipo, e, insieme con la bellezza, balzava fuori una rassomiglianza, che faceva sudar freddo lo sciagurato Taccio di Credi. Strano a vedersi, e più strano a raccontarsi!

Lucifero, continuando il racconto, accenna alla venuta dei barbari; ad Ario, che si ribella, fra' primi, all'autorit

E questa domanda umile tornerebbe assai più terribile al trono di Dio, che la minaccia di Encelado, o la ribellione di Lucifero. Se tali fossero i pensieri, che tennero occupata la mente della donzella finchè stette genuflessa, io non saprei; ma certo doverono essere strazianti, però che quando si rilevò da terra come spossata lasciasse cadersi sul letto.

«Attienti ben, ché per cotali scale», disse ’l maestro, ansando com’ uom lasso, «conviensi dipartir da tanto male». Poi uscì fuor per lo fóro d’un sasso e puose me in su l’orlo a sedere; appresso porse a me l’accorto passo. Io levai li occhi e credetti vedere Lucifero com’ io l’avea lasciato, e vidili le gambe in tenere;