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L'esule che cammina, che cammina, canta la canzone fanciullesca della sua terra. A quelle note gli rispondono gli echi della patria: susurrano i boschi, bisbigliano i laghi, suonano i monti: la campanella della chiesa ove ebbe il battesimo, il vento che geme tra le croci del cimitero dei padri, la canzone notturna di una donna che piange, oh tutto gli dice: A rivederci!

Alla selva dell'Ercole! Arrivederci alla Corona Bianca! Va via! Va via! Mantenuto! Lascia fare! Noi, si lavora, noi! Mantenuto! Pietro Laner indietreggia: una parola ancora più turpe, oscena, solleva i fischi, gli urli di tutta quella gentaglia furibonda. Vada via lei!... Vada via! gli bisbigliano le guardie, i carabinieri, o noi non si risponde più di niente.

Son spiriti che dai confini loro ho qui costretti per virtù di mia arte a recitare queste mie fantasie. Lascia ch'io viva pur sempre qui. Così mirabil padre e tal moglie faran di questo luogo un Paradiso. Cerere e Giunone si parlano tra loro e spediscono Iris a recare un messaggio. Taci, ora: Giunone e Cerere bisbigliano tra loro e v'è qualche altra cosa. Fa' silenzio o il loro dire perderemo.

ed io ti direi le gioiose parole che tutte bisbigliano le madri ai bambini, cogliendoti a fasci le rose. Ma tu non volesti. Il vagito tuo primo, o mia bimba, fu l’ultimo: suggella i tuoi labbri il silenzio: eterno, infinito. Schiudesti sul mondo l’ignara pupilla, o mia bimba, un sol attimo: che vide?...

Ma se la dolcezza di grandi occhi feminei, sole e rugiada, cali, se una voce pallida, nel silenzio odoroso d'un talamo esile mormorio, li ravvivi; se una mano bianca e fine, gigli su rose, fremendo, con la diafana unghia li carezzi, su dal sepolcro del volume avello bianco ove il dolore si acqueta, vagano bruni ed alati come uccelli all'alba, e bisbigliano, e l'anima del poeta sale, per le dita, lieve a baciar, ebbra di amore, le inanellate gemme della Pietosa.

Ora che ha tutto detto, gli par di sentirsi alleggerito; si dimentica quasi, ripiglia le mille fantasie della notte, rallegrate dai trilli delle rondini inquiete e dalla splendida luce del mattino; gli par di non essere mai stato colpevole di nulla, e sia la propria angoscia un brutto sogno della notte, ed egli si trovi in faccia a quella natura sorridente, a quel leggiadro volto amoroso, a quegli occhi fascinatori, attratto da un sentimento nuovo che è una festa, una luce; tutte le potenze dell'anima dimentica bisbigliano una parola, la stessa che gli ripetono i passeri ciarlieri e i tremoli riflessi delle rugiade ed i soffi tiepidi della brezza: «Amala

So la bellezza d’un recesso verde dove roseti carichi di thee bisbigliano coi pioppi de le allee, e in un col passo l’anima si perde. Ogni cosa del mondo è lontana di l