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Tentone si inoltrò Buonvicino, e appressatosi ad una delle sedici colonne che in tre navate dividevano il tempio, trovata alcuna cosa, le si inginocchiò davanti, e tastando si accorse esser un avello, con sopra effigiato colui che in esso riposava.

La contessa Virginia era dunque sua madre: essa non era più un'orfana; e ben glie lo diceva il cuore, quando, non ostante la persecuzione subíta, non aveva potuto a meno di nutrir affetto per essa. Ed in tutto il decorso del disagiato viaggio, quanto erasi aumentato l'amore reciproco, da non poter più esistere divise ed ora!... probabilmente un avello riunir

Oh quanto melanconico E' d'Espero il fulgor, Quando scintilla languido Tra il giorno che si muor! Le nuvolette, simili A impalliditi fior, Sembra che un serto intreccino Al giorno che si muor. Del cuore umano i gemiti Ma le sue gioie ancor, Al muto avello scendono Col giorno che si muor.

e quivi, per l’orribile soperchio del puzzo che ’l profondo abisso gitta, ci raccostammo, in dietro, ad un coperchio d’un grand’ avello, ov’ io vidi una scritta che dicea: ‘Anastasio papa guardo, lo qual trasse Fotin de la via dritta’. «Lo nostro scender conviene esser tardo, che s’ausi un poco in prima il senso al tristo fiato; e poi no i fia riguardo».

Il caro nome tuo solo sovrasta Evidente alla terra, o Filomena, Ma indarno inclito onor ti si contrasta. Parla il tuo avello, e d'alta grazia è piena L'ampolla di quel sangue che spargesti Per Gesù, in chi sa qual crudele arena! Sensi di , d'amor si son ridesti In color cui tue spoglie e il venerando Tuo dolce impero il Cielo ha manifesti.

Ognuna di esse racchiudeva il monumento di qualche cospicua famiglia: dove giaceva il pesante avello, a due versanti, coi quattro orecchioni, o dove si levavano sulla groppa dei lioni le colonnine torte a reggere l'arche coi tabernacoletti gotici, ai nostri cresce la mal'erba, fra i tritumi e i calcinacci: le muraglie hanno le tracce dell'ugna del tempo: gli archivolti non portano più le nere cortine di morte, ma si lasciano addobbare dalle ragnatele.

Ma se la dolcezza di grandi occhi feminei, sole e rugiada, cali, se una voce pallida, nel silenzio odoroso d'un talamo esile mormorio, li ravvivi; se una mano bianca e fine, gigli su rose, fremendo, con la diafana unghia li carezzi, su dal sepolcro del volume avello bianco ove il dolore si acqueta, vagano bruni ed alati come uccelli all'alba, e bisbigliano, e l'anima del poeta sale, per le dita, lieve a baciar, ebbra di amore, le inanellate gemme della Pietosa.

e quivi, per l’orribile soperchio del puzzo che ’l profondo abisso gitta, ci raccostammo, in dietro, ad un coperchio d’un grand’ avello, ov’ io vidi una scritta che dicea: ‘Anastasio papa guardo, lo qual trasse Fotin de la via dritta’. «Lo nostro scender conviene esser tardo, che s’ausi un poco in prima il senso al tristo fiato; e poi no i fia riguardo».

Fiordalisa era morta per i suoi cari; messer Giovanni da Cortona, chiamato al letto della vergine, aveva dato il triste responso. E morta appariva per tutti, e la compagnia della Misericordia era andata a prendere con gran pompa la bella salma, per chiuderla in un modesto avello, nel chiostro del Duomo vecchio. Ma Fiordalisa, come vi sar

Sia gloria e luce all'ignorato atleta: Se mai del pianto egli schiarì le torbide Fonti e dei vivi alleggerì le spalle, Per quante sciolse dalla rozza creta De' suoi fratelli mistiche farfalle, Per quel che disse e tacque E che non scrisse, o grande Machiavello, Al vergognoso avello Sia pace e luce e gloria!