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E qui lo zio arciprete, coll'interessamento di un dilettante, esponeva a Francesco le ragioni, con cui il monaco confutava questa specie di quietisti: ma dall'addurle ci dispenseranno facilmente i lettori, come volentieri ne l'avrebbe gi

Amici lo zio Saverio ne aveva, si sarebbero dati attorno e il nipote arciprete gliel'avrebbero fatto fare: si strappava un'anima dalle granfie del diavolo, e un vero regalo si faceva al paese, poichè, via.... fatta eccezione di quelle.... monellerie, era dei Rizzotto, buona gente di padre in figlio.

Ma don Diego, nel suo severo silenzio, imponeva a quest'uomo. Senza curarsene, egli controllava le operazioni e la condotta di questo arciprete, il quale non osava nulla per paura d'aver poscia a renderne conto al suo subordinato nelle congreghe del capitolo della parrocchia.

Ma quest'ultima corda non sonava bene allo zio arciprete, il quale era il più nuovo uomo nei garbugli della politica.

Via, i suoi colleghi non bacchiavano le acerbe e le mature? Nel confessionario facevano servir Cristo da mezzano, nelle case dov'erano ricevuti senza sospetto, sotto al manto della religione insidiavano le pecorelle. Anche i capi davano un bell'esempio! bastava leggere le storie per apprenderne delle grosse su vescovi, cardinali e papi.... O che forse il loro arciprete non aveva in casa la ganza? Era naturale: li aveva ridotti tanti cani arrabbiati la legge sul celibato, e doveva essere un grande imbecille.... o peggio, quel Gregorio VII, e tante pecore quei del concilio.... guarda un po' cosa si voleva dalla natura umana! La cosa era andata sinchè aveva avuto l'attrattiva della novit

Poi l'arciprete, a cui aveva un disputato il posto e non l'aveva ottenuto a causa di una nota segreta della polizia mandata a monsignor di Policastro, il predecessore del vescovo attuale. Questo arciprete, don Baldassare Sarubi, aveva tentato di corrompere Bambina, la sorella di don Diego, alla confessione, per penetrare nei segreti della famiglia.

Per accorciarla, il Petrarca non parlò che per , che di ; onde Venturino ebbe a dire allo zio arciprete: Come predica bene quel signor canonico!» e Franciscolo, lasciandogli la sua ammirazione, portò seco l'idea che questi grand'uomini non rechino grande ristoro grande ajuto nelle infelicit

E in così dire, lo zio arciprete rizzava il capo con un sentimento di decoro che non potevasi dire superbia. Franciscolo pensava: Mio zio ha bel dire che non gli piove addosso»; e s'ingegnava di fargli capir quella ch'ei chiamava ragione, ma il buon uomo lo interrompeva: Non hai tutti i torti; molto hai perduto; hai lasciata quella donna, che la pari non si trova al metodo. Ma tutto questo perchè?

La contessa Gisella andò altre volte in chiesa, quantunque don Martino, arciprete di San Giorgio, non le paresse il più bello tra i ministri di Dio. Il generale si seccava di quel capriccio, ritornante ogni domenica; ma non protestava più tanto forte. Maurizio frattanto raccomandava prudenza. Vedi? le diceva. Egli accuser

Però la poesia pochi ebbe che la coltivassero allora: i piú erano intenti alle opere della spada e non della penna. Giovanni Ruiz, arciprete di Hita; l'infante don Giovanni Manuele, autore del Conte Lucanor; l'ebreo don Santo, e Ayala il cronista: ecco lo scarso numero de' poeti d'allora.