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Ben presto giunsero ambasciatori straordinari da' nuovi Governi de' tre Reami finitimi. In Antibo, non essendovi eredi al trono, s'era costituito un Triumvirato militare; due generali di esercito ed un ammiraglio avevano ridotto nelle loro mani la cosa pubblica, s'erano costituiti in Governo provvisorio e convocato una Costituente eletta con le urne custodite dai pretoriani. In Exibo era succeduto a Don Melchiorre un cugino in quarto grado, uomo giusto ed integro, sano di corpo e di mente. In Introibo l'erede presuntivo era stato ucciso a furor di popolo, tutti i principi erano fuggiti e s'era proclamata una Repubblica posticcia. Cotesti ambasciatori non venivano per dichiarar guerra, per chieder soddisfazioni tanto inaccettabili che il richiederle equivalesse ad una dichiarazione di guerra. Anzi, ognun d'essi aveva istruzioni secrete conciliativissime. Nessuno dei tre nuovi Governi pretendeva che il Reame di Scaricabarili fosse responsabile delle gesta del capitano Sennacheribbo; tutti deploravano e qualificavano severamente il tentato ratto della Rosmunda, e domandavan solo una riparazione d'onore alle rispettive bandiere ed il castigo del capitano. Secretamente il Triumvirato Antiboino ed il governo provvisorio Introiboino significavano d'esser disposti anche a transigere su questi due punti, pur che venissero riconosciuti dal Governo di Re Zuccone: ed il nuovo despota d'Exibo aveva incaricato specialmente il suo messo di un autografo di scusa e di rimpianto particolare per l'accaduto, da rimettersi all'Infanta. Il vero è che nessuno de' tre afforcati era rimpianto; che ne' loro paesi ognuno diceva: Ci abbiamo gusto! Grazie sien rese al capitan Sennacheribbo. Sarebbe difficilissimo di muover guerra al Re di Scaricabarili, quando l'opinione pubblica di Antibo, Exibo, ed Introibo v'era assolutamente, recisamente contraria. Inoltre e gli erarii e gli eserciti di quegli Stati erano disorganizzati per modo dallo sgoverno e dalle dilapidazioni e dalla inettezza di Guasparre, Melchiorre e Baldassarre, che la guerra non avrebbe potuta esser mossa con alcuna probabilit

Rosmunda! Aveva tentato di difendersi, di svincolarsi e persino vulnerato con la coltella da caccia Re Guasparre; aveva poi tentato di fuggire; ma tutto indarno! l'avevano inbavagliata, ammanettata, impastoiata, incapestrata, e gittata, e legata per la cintura, trasversalmente sulla sella: con le braccia dietro, come un sacco di grano e via! I cavalli eran lanciati al gran galoppo, e venivan mutati ad ognuna di quelle stazioni, che il prudente autocrate aveva scaglionate lungo la consolare. I tre, giunti sul territorio antiboino e stimandosi ormai al sicuro da ogni inseguimento e sentendosi stanchissimi da quella cavalcata a rompicollo, risolvettero di fare un alto, anzi di far tappa e di riposarsi alla prima osteria. Di fatti entrarono AL GALLO D'ORO, BUON VINO E BUON RISTORO, ALLOGGIO E STALLATICO; che aveva per insegna un gran galletto giallo scarabocchiato sul muro, accanto alla frasca canonica, col motto: Quando questo canter