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Aggiornato: 9 giugno 2025


Ma neanche lui era Quello delle sue lettere; almeno lei se lo era figurato tutto diverso, sottile e biondo, con gli occhi lunghi e sognanti, e l'anima di poeta. Ma poi ricordò che nelle sue lettere egli non aveva mai parlato di . A questo punto egli alzò il capo e disse: Mi piace una donna che sa star zitta. Da mezz'ora non avete parlato. E Nancy rise, contenta.

Anne-Marie sedeva rincantucciata e zitta in fondo alla carrozza, e s'addormentava. Nancy si mordeva le labbra per non piangere. Di fuori Bemolle, seduto a cassetta, ruminava neri pensieri e scagliava mentalmente sull'impresario dei sortilegi malefici che nel suo paese da più secoli si ritenevano infallibili. Questo durò un mese.

Non vi accorgete che è uno di quelli che... con le donne... non hanno niente da concludere? Clelia Angiolina Ssss! zitta! Carsanti Clelia Carsanti

Siete forte come un Turco; mi diss'ella, ridendo. Ecco un ratto in piena forma. Zitta, con quella voce, per carit

Ma stette zitta, perchè quando il professore era in quello stato, prudenza insegnava a non rifiatare ed a lasciarlo in pace. Del resto Mattia stesso, appena finito quel racconto, accese il suo virginia, e salutata la moglie, che diceva di volersi ritirare, uscì solo sulla spianata, dinanzi alla casa, per fumare un poco tranquillamente.

Ma se non è vestita di nero! La prima attrice. Sarò vestita di nero, e molto più propriamente di lei! Il capocomico (alla Figliastra). Stia zitta, la prego! E stia a vedere! Avr

Sicuro, e, a dirvela, io ci ho pensato subito subito: speriamo che riprenda la sua ragione. Ed io, vedete, madre priora, confesso il mio peccato: non sapendo tutta questa faccenda, sono stata non poco inquieta in questi giorni, poichè credeva che il convento ci rimettesse di suo, dando da mangiare ad un'incognita la quale.... Zitta! zitta! riprese la priora: non vi fate sentire da nessuno.

A mezzo d'un periodo, ad un epiteto forte, ad un paragone strano, ad uno dei mille aneddoti, coi quali il semplice e profondo pensatore francese infiora le sue idee, Leonardo faceva cenno alla vaga leggitrice di star zitta, si arrestava un istante in meditazione, poi accennava di proseguire; dopo una mezz'ora di lettura al più: «Basta, diceva, non voglio che ti stanchi... grazie.

, !... Stateve zitto!... 'O quartiere 'o faccio revutá io, 'e' capito? Io scuorno int' 'a casa mia nun ne voglio! Nun ne voglio! Stateve zitta! Iatevenne, no comm'è bbera 'a iurnata ch'é ogge vuie mme facite fa chello ca nun aggio maie fatto! Pecché, che faie? Mme vatte? Mme vulisse pure vattere? E tu vatteme!... E quanno ve ne iate 'a parte 'e dinto?

Dove sono i miei fiori? LUCIA porge a Nennele il cappello e la spolverina. Mi giravi attorno, povera Lucia. LUCIA vuol baciarle la mano, piangendo. Zitta, zitta. IRENE entra dalla comune. Ah, vi trovo ancora. Mia sorella.

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