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Aggiornato: 26 luglio 2025
Oh, no rispose il tutore l'Elisa e mia moglie avrebbero ben voluto che li tenessi, ma io ho pensato che sarebbero rimasti in scuderia a mangiar fieno e biada a tradimento. Il poney almeno m'avresti fatto proprio un gran regalo a conservarmelo, caro zio!
Alla residenza leggevo giornali, e badavo a guardare in terza pagina, se mai vi fossero annunzi di concorsi. Mi facevo fin mandare da Napoli la Gazzetta Ufficiale, da un mio ex compagno di scuola diventato giornalista. Passarono così altri due anni, quando la morte di un mio zio mi fece ottenere un congedo di quindici giorni, durante i quali mi sostituì a Casagiove un medico di Caserta.
Ma chi le ha detto, caro zio, che amo l'Annina? Nessuno. Se me l'avessero detto, potrei dubitarne; ma l'ho veduto co' miei occhi, e m'inganno di raro. Vuoi negare che l'ami? Non posso negarlo, ma che cosa direbbe mio padre, se rovesciassi tutto il suo piano sul mio avvenire?
O diavolo! esclamò lo zio, un po' offeso contro lo speziale, ma irritato molto più contro il nipote. E con ciò egli ha delle pretese che a chiamarle impertinenti è dir poco. Davvero?
Ma in questo punto il Casalbara tese l'orecchio, perchè gli sembrò udir chiamare dall'altra stanza, e Nora si spaventò subito, prima ancora che avesse potuto avere il tempo di accorgersene, di sentire, di capir niente. Dio! Lo zio Matteo! Che! Che! esclamò il Casalbara sorridendo, sicuro; e chiuso l'uscio anche di quella camera e abbassata la portiera entrò nel salotto.
Allora Cino le narrò del nuovo spedale, che il zio prelato volle aperto nel suo palazzo. Al che ella con animo soddisfatto rispose:
Ah, ma com'è questa scalfittura? Che ei si vada addormentando come un ghiro?... Zio, ditemi, ov'è Imilda? finì per comandare: Ditemi! Ildebrandino era assopito: la ferita, d'arma avvelenata, si faceva livida e gonfia. Oberto prorompeva: Ah la mia vendetta! Perchè cadr
Del resto, rispose il sottoprefetto, non c'è niente di male. Non si tratta che d'un capriccio di fanciulla inesperta, e la presenza dello zio chiuder
Antonio, tutto confuso e sbalordito, provò a balbettare con aspetto ed accento da supplichevole: Caro signor zio, caro signor padrino... E il droghiere più invelenito: Che zio! che padrino! Qui per lei non c'è più nè l'uno nè l'altro. Qui non c'è che un uomo il quale si vergogna di molto d'aver con lei comune un nome ch'ella disonora... A questo punto Antonio levò fieramente il capo.
Anna riprese narrando come la vista di Matteo in casa lo zio avesse di botto reso più violento il suo desiderio di tornarne al villaggio, come quella le fosse parsa un manifesto eccitamento ed un aiuto al suo disegno mandatile dalla Provvidenza, e quindi ella si fosse determinata a non lasciare sfuggire l'occasione.
Parola Del Giorno
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