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Aggiornato: 16 maggio 2025
Ad ogni paese c'è a questionare e ad aspettare delle ore e dei giorni prima che si trovino portatori sufficienti; poi bisogna continuamente andare a zig-zag, chè i contadini, se fuori strada v'è un villaggio più vicino che non il primo sulla via, non risparmiano di allungare il cammino vostro se possono accorciare il loro. È sempre meglio quindi di emanciparsi da questa schiavitù.
Non abituati a questi viaggi di punizione, sognavamo il treno. Alla stazione ci si fece discendere passandoci sotto l'ascella, a zig-zag, una catena che ci teneva uno dietro l'altro e ci impediva di pensare alla fuga. Per scappare bisognava che il condannato si trascinasse dietro tutti gli altri.
Il Demonio lusingatore O laceranti fischi, bei lampi a zig-zag!... Sono fosforee forbici di streghe, che tagliano il velluto e l'orpello delle nuvole, con ebbrezza squarciando i palpitanti panneggiamenti delle tenebre seriche per farne il mio sudario?
La scena è pittoresca; il paese lungo, la via erta, le case affatto moderne e come quelle della riviera ligure, la chiesa piccina e tutta bianca, il campanile grosso, tozzotto, degno d'un proposto capo pieve, una casa col tetto a quattro pioventi, un po' acuminato, la gronda a volticciuole e l'aria di un torracchiotto; in fondo le allee che a zig-zag vanno alle fonti, il santuario di Santa Giuliana raccosciato come tra il verde; a sinistra, quasi sempre incoronata di nubi, la vetta dello Spitz, e giù l'Agno dalle acque saponacee e dal letto sassoso, e a chiudere la scena, aduste, violastre, cornute, le formidabili alpi tirolesi.
Poi facciamo una corsa di due ore, in carrozza, descrivendo un immenso zig-zag sulla destra della Senna, per veder circolare la vita nelle arterie minori di Parigi. Rivedo con vivo piacere quel verdeggiante e splendido boulevard di Sebastopoli e di Strasburgo, che par fatto per il passaggio trionfale d'un esercito, e quella infinita via Lafayette, in cui le due striscie nere della folla si perdono allo sguardo in una lontananza vaporosa dove pare che cominci un'altra metropoli. Ripasso per quelle smisurate spaccature di Parigi, che si chiamano il boulevard Haussman, il boulevard Malesherbes, il boulevard Magenta, il boulevard Principe Eugenio, in cui si sprofonda lo sguardo con un fremito, come in un abisso, afferrando per un braccio il compagno. Andiamo al Rondpoint de l'Etoile a veder fuggire in tutte le direzioni, come una corona di raggi, le grandi vie che dividono in una rosa di quattordici allegri quartieri triangolari la decima parte di Parigi. Ritorniamo nel cuore della citt
Soltanto, questa volta, decidemmo colle guide Zaccaria Pompanin e Angelo Zangiacomi, di prendere le mosse direttamente da Borca di Cadore, e cercare una via su per la parete, a dir vero molto poco promettente, che le incombe. Un enorme ripidissimo canalone taglia in senso verticale tutta questa parete: la prima parte della salita, a nostro avviso, avrebbe dovuto svolgersi a zig-zag su per le roccie a sinistra del medesimo, che non avevano l'aria di esser particolarmente difficili; a un dato punto, sorpiombando la parete, ci pareva dover scendere per una lunga cengia, a sinistra, nel canalone, su pel quale o per le immediatamente contigue roccie speravamo poter continuare la salita sino ai piedi del dentellato picco terminale: per raggiunger la sommit
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