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Aggiornato: 19 maggio 2025
Voi due siete i più giovani e i più coraggiosi, e so che ad un bisogno sapreste spendere la vita per una buona cagione; perciò ho fatto conto su di voi, e vogliate ringraziarmi, perchè se la cosa riuscir
Manderò il cocchiere a prenderne.... Vi prego.... non vogliate dar questo terribile colpo alla mia famiglia.... mia madre è vecchia ed inferma, ne morrebbe certo.
Giacchè l'incarico che vi fu dato gli è quello di aver occhio a tutto, senza propriamente aver parte alla mischia, vogliate prendervi l'incomodo, quando però non vi chiamino altrove cose di maggior importanza, di venire da me appena ci sia alcuna notizia che mi possa interessare in qualche modo.
Nulla; buon Dio! nulla. Voi lo sapete. Tutto quel poco che mi era rimasto ve l'ho pur dato, tutto, tutto. Che cosa mi avanza più se non questo trito vestire? Deh! una tal grazia vogliate farmela per carit
Sire! per quanto v'è di più sacro, fate senno di quelle parole. Volete voi morir tutto e vilmente? La fama ha narrato che nel 1821 uno schiavo tedesco insultò al principe Carlo Alberto fuggiasco, salutandolo re d'Italia. Quell'onta, Sire, vuol sangue. Spargetelo in nome di Dio, e lo scherno amaro ripiombi sulla testa de' nostri oppressori. Prendete quella corona: essa è vostra, purchè vogliate.
Secondo la S. Scrittura: I. ai Corin. 7, 3: «L'uomo renda il debito coniugale alla moglie, e la moglie lo renda al marito: non vogliate imporvi delle privazioni, a meno che ciò non avvenga con mutuo consenso per adempiere agli ufficii della preghiera». Queste parole esprimono chiaramente lo stretto obbligo.
«Eppure fra questi sassi dovrebbe essersi fermata.» «Aspettate..... qui e' è alcun che di umano.» «Dov'è?» «Qui.» «Ti pare?» «Questo è un braccio.» «Or come si fa a levarla di qui?» «Ma non vogliate gi
Scese a precipizio la scala; e don Bartolomeo Colombo lo seguiva. Giunto a palazzo, chiese di entrare dal re. Non si poteva; impedivano il passo i soldati; ricusava, chiamato al rumore, il gentiluomo di camera. Mio buon signor Noguera! gridava il capitano Fiesco. Non siate così duro con me. Vogliate annunziarmi a Sua Altezza. Se non può ricevermi subito, aspetterò.
Ernesta stette zitta. E che Leonardo e tu vi vogliate bene come nei primi giorni! Ernesta zitta. E dimmi un po' dove è andato tuo marito? A Spa per fare i bagni. È ammalato? Agli occhi. Gravemente?... Spero di no.... Tutte queste domande imbarazzavano molto Ernesta; ancora un paio e la non avrebbe saputo che rispondere.... fortunatamente entrò in quella il dottor Agenore.
«No, disse fra sè, non posso fingere a tal segno, per quanto Dio non debba condannare l'artifizio a cui degli animi nobili sono costretti ricorrere, onde riparare una ingiustizia crudele, ed evitare fors'anche dei delitti: ma non accetterò quest'oro!» E volgendosi al duca: Eccellenza, non vogliate offendervi se io rifiuto. Che?
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