United States or Saint Helena, Ascension, and Tristan da Cunha ? Vote for the TOP Country of the Week !


Pronto ne' progetti, petulante nelle speranze, il primo ad intraprendere e ad abbandonare non solo le sue imprese, ma anche quelle degli altri; orgoglioso, impetuoso ed insobordinato: tal Verrezzi; chiunque però conosceva a fondo il di lui carattere, e sapeva dirigere le sue passioni, lo guidava come un fanciullo.

Essa lo pregò di aprire ad Annetta, indicandogli la stanza ove la meschina si trovava rinchiusa; Carlo le promise di soddisfarla; mentre partiva, gli domandò chi fossero i nuovi arrivati: la sua congettura si verificò: era Verrezzi colla sua truppa. Scorse più di un'ora prima che Annetta comparisse. In fine arrivò piangendo e lamentandosi. «Chi l'avrebbe mai preveduto, signorina?

Risolse di andare da sua zia a chiederle il permesso di condur seco Annetta. Nell'avvicinarsi alla galleria, udì voci di persone che parevano altercare; riconobbe ch'erano Cavignì e Verrezzi; quest'ultimo protestava di voler andare ad informar Montoni dell'insulto fattogli da Morano. Cavignì parea cercar di calmarlo.

Il brio di Cavignì parea al contrario scemato: guardava Verrezzi, cui aveva stentato molto a contenere fin allora, e che voleva sempre manifestare a Montoni gli ultimi insulti del conte.

Sopraggiunse poco di poi una faccenda che per qualche giorno sospese l'attenzione di Montoni; le visite misteriose d'Orsino si erano rinnovate con maggiore frequenza, dopo il ritorno di Montoni. Cavignì, Verrezzi, e qualcun altro erano ammessi, oltre Orsino, a questi conciliaboli notturni: Montoni divenne più riservato e severo che mai.

Mentre stava agitata e perplessa, udì camminare nel corridoio, ed Annetta entrò. «Ah! signorinadiss'ella, «è arrivato il signor Cavignì: son contentissima di veder finalmente una faccia cristiana in questo luogo. Egli è così buono, m'ha sempre dimostrato tanto interesse.... C'è pure il signor Verrezzi, ed un altro che voi non indovinereste mai.

Allorchè ebbe ricuperato l'uso de' sensi la rimembranza di ciò che aveva veduto la fece quasi mancare una seconda volta, ed ebbe appena la forza di uscir da quel luogo e di tornare nella sua camera. Quando vi fu rientrata, non ebbe coraggio di restarvi sola. L'orrore la dominava intieramente, e quando fu un poco riavuta, non seppe decidersi se dovesse informare la signora Montoni di ciò che aveva visto; ma il timore di esser nuovamente derisa, la determinò a tacere. Sedette alla finestra per riprender coraggio. Montoni e Verrezzi passarono di a poco; essi parlavano e ridevano, e la loro voce la rianimò alquanto. Bertolini e Cavignì li raggiunsero sul terrazzo. Emilia, supponendo allora che la signora Montoni fosse sola, uscì per recarsi da lei. Sua zia stava abbigliandosi pel pranzo. Il pallore e la costernazione della nipote la sorpresero assai, ma la fanciulla ebbe forza bastante per tacere, sebbene il labbro ad ogni momento fosse in procinto di tradirla. Restò nell'appartamento della zia fino all'ora del pranzo; essa vi trovò i forestieri, i quali avevano un aria insolita di preoccupazione, e parevano distratti da interessi troppo importanti, per fare attenzione a Emilia od alla zia: parlarono poco, e Montoni anche meno: Emilia fremè nel vederlo. L'orrore di quella camera le stava sempre innanzi, e cambiò colore temendo di non poter contenere l'emozione; ma potè vincere medesima, interessandosi ai discorsi ed affettando un'ilarit

Comparve quindi Montoni, ma senza divisa. Esaminò scrupolosamente i cavalieri, conversò a lungo co' capi, e quando li ebbe salutati, la truppa fece il giro del cortile, e, comandata da Verrezzi, passò sotto la vôlta ed uscì. Emilia si ritirò dalla finestra, e nella certezza di esser più tranquilla, andò sui bastioni: non vide più lavoranti, ed osservò che le fortificazioni parevano ultimate.

Quai motivi s'ebbero per supporre che si fosse uccisadisse Bertolini. , quai motividisse Verrezzi. Montoni gli lanciò un'occhiata sdegnosa. «Perdonate, signoresoggiunse l'altro; «non pensava che la signora fosse vostra parente, quando ne parlai con tanta leggerezzaMontoni, ricevendo questa scusa, continuò: «Vi spiegherò tosto il tutto: ascoltate. Ascoltateripetè una voce.

Verrezzi non mancava di talenti; ma la violenza della sua immaginazione lo rendeva schiavo delle passioni più opposte. Egli era giocondo, voluttuoso, intraprendente, ma non aveva fermezza, coraggio vero, ed il più vile egoismo era l'unico principio delle sue azioni.