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Aggiornato: 23 maggio 2025
Gli si dimandava infamie sopra infamie; lo si circondava di trappole grossolane, cui non si degnava neppure dissimulare; gli si proponeva, senza mercè, ogni specie di cose orribili ed odiose: comprate una carica, siate spia, vendete vostra sorella, prostituitela al confessionale di un gesuita, denunziate i vostri amici, infangate la vostra anima, abjurate le vostre credenze morali e politiche; siate Caino o morite di fame!
Vendete dei terreni, disse il principe. Non si trovano compratori. Allora lasciate gli edifizi a mezzo. Ma che cosa si dir
CAPPIO. Pigliate i capelli d'Altilia che son di miniera, coceteli al foco del vostro core, batteteli col martello, col quale amor vi picchia, in verghe e fatene scudi; o vendete quei rubini, zafiri e perle del suo volto, e cominciate a smaltir cosí gran tesoro. GIACOMINO. Quei capei tutti son lacci per incatenarmi ed appiccarmi.
Siete un ribelle; non diventate un infame. Io stessa chiederò la vostra grazia a mio padre, e l'otterrò; ma uscite; uscite, se vi è cara la vita. Ah, ah! bene, in fede mia, questo è parlar da padrona! replicò il Sangonetto, ghignando. La mia grazia! Voi mi vendete il sol di luglio, mia bella ritrosa. La vostra mi preme, e l'avrò, per amore, o per forza; m'intendete? o per amore o per forza!
Ci fu un'apprensione, un allarme generale; si radunavano a crocchi fabbricatori, venditori: Se voi non vendete, a me non convien fabbricare; la fortuna, se qui più non risponde, bisogna tentarla altrove; ormai ci bisogna uscire, qui non è altro a fare; converrebbe che tutti quanti facessimo l'armajuolo, questa sol'arte ha spaccio ancora, le altre son disertate... Queste voci cominciavano ad espandersi, i progetti cominciarono a ventilarsi; infine più d'uno emigrò, e più d'uno a Parigi, dove tutti i patrizj lombardi affluivano, fece fortuna.
Via cerretani, che vendete Cristo come orvietano in fiera. Via Farisei, che se Cristo tornasse al mondo lo costringereste rifuggire per orrore nella Mecca a farsi turco.
Ma tu dirai: e chi vuole martoriarli? Io intendo tôrre loro il governo dei beni terreni. E chi sei tu che presumi spogliare della sostanza il prete? Il prete dice: in nome di cui vieni? Quale rappresentanza hai? Come mostri che governerai meno di me soperchiatore ed avaro? Un solo è padrone della terra, questo si chiama popolo. Io non mi sento muggire intorno le onde del popolo. Sorgano intorno a me anime latine, ed io cederò alla grandezza latina. Se per te il danaro è sangue, egli è sangue anco per me; e con quale giustizia mentre il secolo rappresenta una corsa forsennata, un lupercale, un baccanale a traverso tutti gli articoli del codice penale per agguantare il milione dovrò lasciarmi tôrre la camicia io prete, io prete, uso di cavarla altrui, e cantare il Te-deum? Ed io prete, ho mestieri di tenermela cara meglio di voi perchè voi altri andate in Borsa, convenite in Camera, tendete trappole di strade ferrate, aprite reti di crediti fondiari, vendete, barattate, mercate, ma io non ci vado, e a sopperire ai miei bisogni non mi avanza altro che la rete di San Pietro a cui per vetust
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