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Dio l'aiuti, e noi pure aggiunsero gli altri, e mestissimi si rimisero in via, correndo molte e molte miglia senza rompere il vasto silenzio che li circondava.

Qual ben puoi tu largirmi? Ahimè!... Dei canti il fascino Forse tu puoi rapirmi! L'entusiasmo puoi togliermi Che i giorni miei fa lieti! L'entusiasmo!... Il tesoro dei poeti! Scienza, che debbo chiederti? Forse il concetto immenso Del nostro nulla? È inutile! Io questa idea la penso... Come da vasto incendio Le scintille incessanti, Così dal nulla a me vengono i canti

Esser altro!... E pur m’è tolto strapparmi questo corpo e questo volto umani a strazio del mio duro orgoglio. Buffa e tragica cosa, essere inscritto nello stato civile, a chi il suo crisma chiede all’eterno, a chi nel vasto prisma dell’anima rifrange anche il delitto!...

Una domenica, il duca, Paquita, la nonna, il cugino e qualche amico passeggiavano e prendevano il fresco in un vasto recinto, mezzo giardino, mezzo orto, appartenente ad un giardiniere, loro conoscente. Il sole tramontava incendiando l'orizzonte di una luce purpurea, il riflesso chiarissimo di un caldo crepuscolo cominciava gi

A calci a pedate, correndo e remando nel cielo il Vento scopa, azzanna, impacchetta, ammucchia, scaccia, insacca, calpesta le matasse di odori in rissa che rischizzano, s'arrampicano, si rintanano nelle vallate e nei burroni. Intanto con un vasto muggito che cresce, cresce, cresce e scoppia accorrono giù dai monti e dalle fonde valli altri Venti alla riscossa.

Oltre Camogli si dilungava in alto mare il promontorio di Portofino, vasto scenario azzurro che da Genova fin l

Don Luca fa un cenno e il primo ragazzino gli solleva la tonaca nera. Subito l'altro ragazzino tira fuori dalla tasca della sotto-tonaca un vasto fazzoletto giallo e lo pone nelle mani aperte del prete. Queste soffiano tre volte rumorosamente un gran naso rossastro poi si ricongiungono. Il fazzoletto ripreso automaticamente dalle mani alzate del secondo ragazzino sparisce nella tasca.

A volte attraversiamo ridenti pascoli, a volte folta vegetazione con acacie, ulivi, euforbie, gelsomini, grossi cespugli di rose dal fiore semplice e bianco. Più avanziamo, meglio si distende sotto noi il lago che appare assai vasto e sparso di isole. Ci fermiamo per la notte a Ambaciar

La formazione di quello strato verde non è più un mistero per la scienza, dopo la scoperta del gulf stream, ossia della corrente del golfo, il gran fiume oceanico che si parte dal polo antartico rimontando fino all’artico, ma partendosi a mezzo il suo corso in due correnti, una delle quali costeggia l’Africa e l’altra va a far gomito nel golfo del Messico, lasciando nel centro un vasto campo di mare più tranquillo e più freddo, nel cui fondo vanno a finire tutti i tronchi di alberi, carcami di navigli, ed ogni materia pesante travolta dalle acque, mentre alla sua superficie si raccolgono e galleggiano tranquille come in uno stagno tutte le erbe marine, strappate dagli abissi dell’Oceano.

Gli anni si sovrapposero agli anni, e la piccola casa non bastò più. L’Opera domandò spazio. Ed ecco, il pronostico fu compiuto, le pietre si mossero, le muraglie si scostarono, il tetto s’innalzò, il rifugio s’ingrandì per la bellezza d’un più vasto amore.