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»Due mesi erano trascorsi dalle nostre nozze. Eravamo alla campagna, in un magnifico casino a poca distanza da Varese. Un amico di mio marito, il conte Smilza, venne a trovarci mio marito lo pregò di rimanere con noi qualche giorno. A quell'epoca tutto il mondo fu scandolezzato della avventura. La mia relazione col giovane conte fu, pei due mesi di autunno, il pascolo più ghiotto della malignit

Calato il cappello sugli occhi come era solito fare nei momenti più torbidi, l'eroe iniziò la marcia senz'altro col resto de' suoi su Varese; passatavi la notte del 9, ripartiva il mattino seguente per il Lago Maggiore, e tragittato il Ticino a Sesto Calende approdò la sera del 10 agosto a Castelleto presso Arona.

Aveva ora caricato il suo convoglio di panni, usciti dalle fabbriche degli Umiliati di Brera e della Cavedra di Varese, per recarli a Lovanio, a Sedan, agli altri luoghi, donde ora ci arrivano se possono e quando possono; e come Buonvicino gli ebbe raccomandato di condurre questo amicissimo suo e di tacere, si pose la mano al cuore, esclamando: Padre, farò ogni mio possibile»; e con fedelt

Il giorno 16 stette ad aspettare un nuovo assalto del nemico, che non si fece vedere; il seguente per la Valgana, s'avvicinò a piccole tappe a Varese, dove entrò il 18 alle cinque del pomeriggio.

L'eroe di cotesta giornata fu il Gorini, che sollevato da terra, tutto pesto, con due ferite pure esclamava: «nulla, nulla, appena sono ferito, coraggio!» e da tanto che ell'erano lievi due mesi penò a guarire si riebbe mai: visse esule un tempo rigido, e intemerato; rinnovatasi la guerra combattè a Varese, e a S. Fermo; nello esercito italiano ebbe grado di maggiore: io lo conobbi deputato al Parlamento italiano; pallido di faccia, di sembianze severe, e pure belle; non rideva mai; parlava raro, e risoluto, anzi tagliente: mi pareva consacrato a morte precoce, e non ha guari noi lo perdemmo, e con noi l'Italia si lamenta vedovata di uno dei suoi più nobili figliuoli.

La marcia da Sesto Calende a Varese non poteva essere fatta di fronte, perchè esposta ad essere pericolosamente molestata di fianco; oltre di che, prima d'inoltrarsi nel paese, importava assicurarsi sul Lago Maggiore un punto di sostegno, e impadronirsi di uno almeno dei piroscafi che il nemico vi teneva.

Date le opportune disposizioni per la sicurezza di Varese, all'alba del 27 col primo reggimento in testa s'incaminava con tutta la brigata per la via che per Olgiate e Cavallasca mette a Como.

Varese ha dei punti bellissimi dove guarda la campagna, il suo gran campanile sorge su, tutto colorito, distinto, rilevato: filari d'alberi verdeggiano sulle salite e ai giardini pubblici: la villa Ponti dall'alto proclama alle otto valli di Laveno, di Cuvio, di Marchirolo, di Gana, di Arcisate, di Stabio, di Malnate e di Vedano, sono milionaria!

Solite storie d'ogni comune medioevale. Quello che voglio far notare è che Varese nel 1768 venne da Maria Teresa dato in signoria a Francesco III duca di Modena e a Teresa di Castelbarco.

Intanto che Varese subiva l'infernale flagello, Garibaldi scendeva da Valcuvia fino in faccia di Santa Maria del Monte; e di l