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Aggiornato: 29 maggio 2025


Con una fila di muli si avviarono dunque per la Valgana, indi per Marchirolo a Pontetresa, confine allora del contado rurale del Seprio, e varcata la Tresa, costeggiarono la rupe Cislana verso Luino, finchè voltarono nella Val Travaglia.

Non esitò un istante; lasciò Medici ad Arcisate con duecento uomini, con l'ordine di tenere a bada e molestare il nemico, di resistere più che avesse potuto, ed all'estremo di rifugiarsi in Svizzera; egli risalì per un tratto la Valgana, per confermare gli avversari nella credenza che volesse difendersi su quegli altipiani, poi ad un tratto mutò direzione, girò per Valcuvia, scese rapidamente su Gavirate, costeggiò il Lago e per Capolago e Gazzada, dopo due giorni di marcia forzata riuscì a Morazzone, alle spalle del nemico che credeva averlo sempre di fronte.

Il giorno 16 stette ad aspettare un nuovo assalto del nemico, che non si fece vedere; il seguente per la Valgana, s'avvicinò a piccole tappe a Varese, dove entrò il 18 alle cinque del pomeriggio.

Ora a chi avesse considerata questa topografia, due cose risultavano notabili: la prima, che la strada di Induno e di Valgana si allacciava presso Biumo inferiore, alla strada di Como in guisa da formare con essa un angolo retto; la seconda, che per il poggio di Biumo Superiore s'incamminava nel quadrivio testè descritto, Varese-Sant'Ambrogio-Induno-Como, e con la forte postura ne teneva la chiave e la dominava.

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