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Aggiornato: 16 giugno 2025
E tra quegli edifizî si aggirano parecchi monaci, vestiti di bianco, provetti alcuni negli anni e quasi cadenti, altri ancora giovani e quasi fanciulli, ma tutti spiranti la stessa pace di paradiso. I goti ne sono colpiti. Chinano rispettosi il capo avanti a tanta pace e non osano venir meno alla parola data.
Pure erano ben sontuosamente belle, con le loro bocchine di corallo, coi loro vestiti luccicanti, con le affettate movenze di testa e di spalle, con la pronunzia smangiata e coi loro sguardi sapienti. Nella sala da ballo, accompagnate dall'orchestra, venti coppie ballavano il minuetto.
Portamene un'altra e dammi un'altra penna. Alla mattina ci svegliammo con le ossa rotte. Avevamo sulla faccia il colore di una notte trambasciata. Ci eravamo coricati sul tavolazzo, vestiti come eravamo entrati, e lungo la notte il sonno ci era stato interrotto centinaia di volte.
All'improvviso s'alza un grido: El Rey! Il Re è arrivato; è arrivato in una carrozza tirata da quattro cavalli bianchi, montati da servitori vestiti del pittoresco costume andaluso; le vetriere che chiudono il palco reale s'aprono; il Re entra con un folto corteo di ministri, di generali, di maggiordomi.
I vestiti più bene offrivano i sigari a quelli che non avevano da fumare. In pochi minuti eravamo tutti in una nube, l'uno non vedeva il naso dell'altro. Il fumo purgava il camerotto che alle volte puzzava come una latrina. Verso le dieci o le undici ore eravamo stufi, stufi, più che stufi. Non si sapeva niente, nè se ci si lasciava andare, nè se ci si mandava in qualche luogo.
E debbono accontentarsi di pranzare in un'osteria a due lire, di dormire in una cameruccia mobiliata, e magari di cercarsi un sovraccarico di lavoro per potersi pagare i vestiti e le scarpe, e passar la serata a fare delle traduzioni, o tenere in ordine il libro mastro di un negozio. E pochi anni prima andavano in carrozza...»
Nel costume abituale nessuna distinzione, solo nelle grandi occasioni sono vestiti di camicie in seta con ornati tessuti o ricamati a diversi colori, e questo generalmente è dono particolare del re.
Il sapone è necessario ai ricchi come ai poveri, poichè a nulla gioverebbero i bei vestiti di casimirra e le calze di seta, se la camicia, il fazzoletto, le mani ed il viso fossero sudici: anzi, la ricercatezza del vestito metterebbe in maggior rilievo la sciatteria del resto.
Le sue mani erano sempre bianche, e ne aveva una cura grandissima; portava i suoi vestiti, più che modesti, con un garbo squisito, e trovava sempre modo d'avere un fiore nei capelli e qualche nastro sul petto. Delle faccende domestiche aveva scelta la più pulita. Riceveva e raccomodava il bucato.
I naturali dell’isola erano poco, anzi punto vestiti; non potendo passare per abiti i segni di rosso, di nero e di giallo, onde avevano rigata e picchiettata la pelle di rame. Non tutti, per altro, erano così dipinti con l’ocra, sulle braccia e sul petto; ma tutti avevano segnata di rosso la punta del naso, e di rosso avevano cerchiate le occhiaie.
Parola Del Giorno
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