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Aggiornato: 18 giugno 2025


Ma che! fece Longo Ora mi si mette a giurare! V'ho portato in giro per quattro ore di seguito e il meno che mi spetta son cinque lire! Su! O mettete fuori le cinque lire o vi porto alla questura com'è vero il santo ch'è oggi! Nel silenzio della strada la sua voce minacciosa suonava chiaramente. La signorina nascose la faccia tra le mani. Andiamo! disse Longo Spicciatevi!

Mi va il sole negli occhi... Sedette. E senza levar la testa, con le mani congiunte sulle ginocchia, riprese a parlare, piano: Voi siete quel militare dell'altra volta, che venne da parte di Marcello... ... V'ho subito ravvisato. Sentite... ebbi una lettera sua, tre mesi fa... O meno?... Non so... Diceva: Se posso venire in licenza e io verrò, verso maggio, ma è difficile.

AMASIO. Che sposa, che sposa? che hai tu raccontato a mio padre? ma che cosa di nascosto è passata tra noi? ERASTO. Vita mia, lo sai meglio di me: che siamo sposati di nascosto, giaciuti insieme e che v'ho resa gravida. AMASIO. Io tua moglie? tu giacesti meco? io di te gravida? ERASTO. Anima mia, perché lo nieghi? AMASIO. Lo niego perché è una menzogna espressa!

FILIGENIO. Guarda simulazione. ALESSANDRO. In che v'ho offeso, accusandomi tanto d'ingratitudine? FILIGENIO. Anzi di sfacciataggine e di furfantaria. ALESSANDRO. Ah, dir cosí sfacciatamente mal degli uomini è ufficio di tirannica lingua! però, di grazia, ponete freno alla lingua nell'ingiuriarmi, accioché non la scioglia allo sdegno per difendermi.

GIACOMINO. Balia, io t'ho ascoltato fin ora con molta attenzione, posso imaginarmi dove sei per riuscire. LIMA. Ecco l'inganno. Ritrovate un amico confidente, informatelo di quanto v'ho detto, e fate che s'incontri col maestro.

Or bene? esclamò Gervaso bruscamente. Ascoltate. Io non sono come v'ho detto maestro di disegno, ma bensì appartengo ad una delle primarie famiglie di Milano per nobilt

V'assicuro, insistè Marco nel tuono più fermo, che v'ho detto il vero.... assolutamente. Il marchese raccapricciva e cadde accasciato su un mucchio di macerie. Marco lo lasciò alcuni istanti alle sue sofferenze. Ma, soggiunse, toccandolo in un braccio e mutando l'intonazione della voce, la fortuna anche questa volta vi ha aiutato; voi siete il suo beniamino!

So che le donne come voi non s'inducono a tal passo per mera passione: o vi s'inducono in altro modo. S'io vi fossi piaciuto, non me lo avreste detto oggi.... L'avrei capito al primo istante in cui v'ho conosciuta.... Invece, non ebbi da voi, se non ripulse.... Ma parlate, può darsi, la trattava come una vera cortigiana, che io sostenga un piccolo sacrifizio.... per un capriccio.

Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura che' la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era e` cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant'e` amara che poco e` piu` morte; ma per trattar del ben ch'i' vi trovai, diro` de l'altre cose ch'i' v'ho scorte.

Il conte accigliato seccamente gli ammonì con queste parole: Obbediremo ai comandi del nostro capo. L'interrogai d'onde venissero, e mi rispose: Da una ricognizione. V'ho acchiappati in tempo, amabilissimi, ragionai meco stesso: se foste riusciti alla vostra brigata, l'avreste indotta a decampare più che di passo, annunciando Garibaldi discosto con iscarsa gente.

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