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Aggiornato: 18 giugno 2025
57 Io v'ho da ringraziar ch'una maniera di morir mi schivaste troppo enorme; che troppo saria enorme, se la fera nel brutto ventre avesse avuto a porme. Ma gi
Io poi lo so: ricominciava essa: nessun bene v'ho fatto, nè posso farvi a questo mondo; non ho più vista, nemmeno per agucchiar negli stracci, come ho fatto fin adesso; ho gli occhi stanchi, pieni di punture; forse li perderò del tutto.... ma prima che mi tocchi anche questa, il Signore, spero, mi chiamer
Sto per inchinarmi e baciarvi i piedi, per tanto obligo che v'ho per rispetto del mio padrone, e del mio; che, scoprendosi l'inganno, era spacciato il fatto mio. ATTILIO. Il fingere è stato tanto naturale, che confesso l'arte aver superato la natura. E chi sarebbe stato che, veggendovi, non avesse giurato che quella fusse la tua vera Cleria? e voi la sua madre?
Il quale, del resto, nel curvare la fronte, non abbassò altrimenti le ciglia, ma le tenne alte, ferme, diritte su lei, come quegli che non volea perdere nulla di quella rara veduta. Ho detto che madonna Nicolosina era bellissima tra le belle. Di lui v'ho raccontato pur dianzi.
Non che voi mutiate altra forma che quella che Io v'ho data, ma crescete e aumentate ne l'amore le virtú, usando in virtú e in affecto di caritá el libero arbitrio, mentre che avete il tempo; però che, passato el tempo, non il potreste fare. Sí che potete crescere in amore, come decto t'ho.
E cosí chi non cognosce il bene e la cagione del bene, cioè la virtú, non può amare né desiderare me, che so' esso Bene, e la virtú che Io v'ho data come strumento e mezzo a darvi la grazia mia, me, vero Bene. Sí che vedi di quanto bisogno v'è questo lume, ché in altro none stanno le colpe vostre se none in amare quel che Io odio o in odiare quel che Io amo.
Parlo dell'altro colpo, di quello che v'ho detto una settimana fa, pel quale, da ladri che sembriamo, diventeremo carabinieri. Ah sì, ottimamente! esclamò uno dei cinque. E in cambio di lasciarci ammanettare, ammanetteremo. No, Bellavista, non ci saranno manette da mettere. E che diamine ci sar
Il vostro dovere! V'ho detto gi
FILASTORGO. Questi mascalzoni son forse pari miei? PROTODIDASCALO. Non v'ho detto che iam dudum erano venuti di Turchia e Lampridio gli avea espulsi di casa e non han potuto cambiarsi le vesti? TEODOSIO. Giá l'han preso prigione e non gli è giovato il far credere al capitano ch'io fossi matto. EUGENIO. Ecco, patirá la pena del suo fallire. FILASTORGO. Ecco colui ch'è per rifarvi ogni danno.
E de la discrezione nell'obedire, e dell'opere e del premio del vero obediente. Tucti v'ho messi nella vigna de l'obbedienzia a lavorare in diversi modi. A ogniuno gli sará dato il prezzo secondo la misura de l'amore e non secondo l'operazione né misura del tempo; cioè che piú abbi colui che viene per tempo, che quello che viene tardi, sí come si contiene nel sancto Evangelio.
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