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Aggiornato: 5 maggio 2025
Comunemente sapevasi, che della lettera indiritta da Sisto a Enrico III re di Francia, dove occorrevano queste precise espressioni «attendesse a purgare col ferro e col fuoco il sangue incancherito nelle vene dei suoi sudditi» n'erano rimasti scandalizzati così i Cattolici come i Protestanti; anzi gli Ugonotti avevano avuto ardimento di dire a viso aperto del re Enrico «che il Papa, dopo avere messo su macello di carne umana a Roma, pretendeva aprirne un altro a Parigi; essere i consigli del Vicario di Gesù Redentore iniqui in Roma, scellerati da per tutto.
Se questo dicesse ignoro; certo parmi che da eroe non adoperasse, bensì da uomo di stato valoroso, imperciocchè secondo che avviene nei perturbamenti politici, le parti estreme si fossero combattute, e stremate; gli eccessi vicendevoli le avevano scemate di credito, e la parte mezzana standosi da canto cresciuta di forze, ampliata di aderenti per avere quiete accettava il Bearnese a condizione si rendesse cattolico; e il Bearnese considerato, che contro questa parte non sarebbe mai venuto a capo nè anco se i suoi ugonotti fossero stati interi, epperò molto meno poteva riprometterselo adesso che erano laceri; pensando altresì come a cotesta parte per vincere basti stare fermo, di un tratto staccatosi dagli amici, a piè pari le salta in mezzo, e regna.
Esorta il Papa con coteste lettere il re di Spagna e il Duca di Alva a sovvenire il re di Francia per disperdere gli eretici; nell'ottobre del 1567 avventa lettere di fuoco a Luigi Gonzaga duca di Nevers, a Girolamo Priuli doge di Venezia, al duca Emanuele Filiberto perchè le mani loro uniscano a quelle di Carlo IX e di Caterina dei Medici per torre via dal mondo gli ugonotti. Al Cardinale di Armagnac governatore di Avignone manda confischi senza remissione tutti i beni degli eretici, e non ne renda particola ai congiunti loro comecchè buoni cattolici : a quello di Lorena suo legato in Francia palesa il rovello, che ciò non sia stato a punto eseguito, dacchè la paura di ridurre i suoi cari nella miseria avr
E tutto questo pareva poco per manifestare la letizia infinita del fatto, sicchè allogava a valenti pittori parecchi quadri che rappresentano, il primo Coligny investito da un sicario cattolico mentr'esce dal Louvre; l'altro la strage orribile degli Ugonotti; il terzo Carlo IX che in Parlamento si vanta di avere sollevato il boia in cotesta fatica; questi quadri durano tuttavia nel Vaticano nella sala appellata dei Re (e ci stanno bene) la quale precede la cappella sistina. La memoria di cotesta scalleraggine compariva raccomandata anco troppo alla esecrazione pubblica, ma non contenti i preti degli affreschi vollero commetterla anco alle medaglie; di vero Gregorio XIII ne fece coniare una, e stupenda la quale certo gesuita dabbene ci descrive così: da un lato rappresenta il macello orribile esegito da 60,000 uomini degli eretici nella capitale, nel corso di tre giorni e di tre notti, secondo il consiglio di Dio sovvenuti dal suo aiuto celeste ; dall'altro è la immagine del buon Gregorio. Per colmare lo staio il santo Padre spediva in Francia legato a latere il Cardinale Orsino con la istruzione, che insista fortemente perchè la cura tanto bene incominciata co' rimedi bruschi non guasti con importuna umanit
E gli Ugonotti, a un tratto, dovettero certo dilettarla di più che le altre sere, perchè d'allora in poi l'ascoltò attentamente fino all'ultima nota, col braccio nudo appoggiato sul parappetto del palco, e la guancia sulla palma, senza far più uso del binocolo, come soleva sempre.
Vive ancora qui la maledizione delle terribili crociate contro gli Albigesi, gli Ugonotti, delle guerre delle Cevenne, delle conversioni tentate da Ludovico XIV per mezzo dei suoi dragoni. Quasi si direbbe che le citt
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