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Aggiornato: 14 giugno 2025
Una donna attempata mi ha accompagnato in giro pel castello durante due ore, dopo avermi detto che era tedesca, che da trent'anni stava al servizio degli Odescalchi e che intendeva finire i suoi giorni, tranquilla e felice, nella solitudine di quel maniero.
Deve soffrire nel sonno, perchè sudori affannosi gl'imperlano la fronte; le braccia si agitano convulsive, la mano stringe il pugno, e voci di lamento escon di quando in quando dalle sue labbra; di un'angoscia grande, infinita. Il suono delle campane non lo desta, ma gli procura un po' di calma. Egli si tranquilla per un momento.
No no, sta tranquilla. Non è malata, anzi... Dunque l'ha vista? Sicuro. Non t'ho detto che avevo dei saluti a farti?... Ah! me n'ero scordata. E dove l'ha vista? Si sono incontrati?... Si, ci siamo incontrati...! Ma se tu mi fai quella faccia non ti dico niente. Oh! signor dottore!... Calmati. Ho visto tua sorella... E il Castellani, non l'ha visto!... L'ha abbandonata?!...
ESSANDRO. Ad ogni cosa che ti domando: sí, sí, sí. Mi tratti da bestia, da asino. PANURGO. Sí, sí, sí: te l'ho detto e stradetto mille volte. ESSANDRO. Oh, come sí orribil tempesta si è mutata in un subito in sí placida e tranquilla quiete! O felici miei pensieri, a che gloria giunti sète! O felice sole, che hai apportato il piú lieto giorno per me e ore cosí felici! PANURGO. Dove vai, Morfeo?
Sorridi pure senza temere d'offendermi; coll'orlo della pupilla, vedo l'onesto riso del tuo occhio intento a dicifrare l'orma tranquilla della mia scrittura. Sorridi pure delle contraddizioni umane, le troverai nei più saggi; ma non tralasciare di cercare il punto d'intersecazione in cui i due moti contraddittorii s'uniscono, perché col
Tutte le domeniche prendevo il mio posto nel banco di famiglia con Orsola e con Alessio ed era un'ora ben soave quella che passavo così, tranquilla, nella dolce religiosit
Allora egli cominciò ad incitarla con i ricordi. Le parlava dei primi giorni, del ballo al palazzo Farnese, della caccia nella campagna del Divino Amore, delli incontri matutini nella piazza di Spagna lungo le vetrine delli orefici o per la via Sistina tranquilla e signorile, quando ella usciva dal palazzo Zuccheri seguita dalle ciociare che le offerivano nei canestri le rose.
Come se nulla di terribile fosse accaduto tra loro, Cristina si studiava atteggiare il suo bieco volto al sorriso più ilare, più affabile che potea, cominciò a mostrare alla principessa le delizie della sua casa: poi la guidò nel giardino ov'erano Diana e il guardacaccia. Anche la principessa, commediante perfetta, appariva tranquilla; serena, disposta al celiare.
Figuravasi la gioja santa della madre e della sorella, una vita più tranquilla per loro, e una modesta fortuna, e una casa abitata in pace.... Ma poi, contava gli anni che dovevano passare, e vedeva ch'era pur forza vivere il domani. È impossibile, bisogna chinare il capo, è impossibile! Non ci pensiamo più; e nessuno lo sappia questo martirio!
71 Poi che gran pezzo al caso intervenuto ebbe pensato invano, e finalmente si trovò da una femina abbattuto, che pensandovi più, più dolor sente; montò l'altro destrier, tacito e muto: e senza far parola, chetamente tolse Angelica in groppa, e differilla a più lieto uso, a stanza più tranquilla.
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