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Aggiornato: 11 luglio 2025
Risalito a Toscana , schivò Firenze di nuovo, venne a Lucca e vendella a' parenti di Castruccio, che la riperdettero in breve: vendé Milano al figliuolo dello spogliato Galeazzo, ad Azzo Visconti che tuttavia gliene chiuse le porte; si ritrasse a Trento.
È dunque provato che il giovane marinaio non mise il piede in Toscana, né fu quel Garibaldi che a Firenze si presentò al Vieusseux ed ebbe aiuti di danaro da lui e dal Capponi. Di piú; il Vieusseux racconta che il profugo Garibaldi, da lui preso a proteggere, aveva moglie e quattro figli.
Sei anni rimase allora l'Italia senza l'imperatore, occupato nelle sue cose germaniche; né la lega progredí guari piú. Genova, che avea privilegi assicurati e che non volea concordia ma guerra colla odiata Pisa, non aderí mai; e questa guerra delle due trasse seco quella di Toscana tutta, Lucca, Siena e Pistoia con Genova, Firenze e Prato con Pisa.
Crebbe piú che mai la parte papalina poco appresso per le nozze di Matilde, la giovane e ricca figlia di Beatrice, con Goffredo Lorenese, figlio del marito di questa e successore di lui nel ducato di Toscana.
Ma, perché, mancando in Modona per questa via la moneta bassa, suppliva la zecca del principe, battendone di nuova, quando poi furono bandite di Firenze, ritornarono alla patria ed abbondarono si fattamente in Modona quelle monete, che alzavano la valuta delle doppie e dell'altre monete migliori, con pubblico pregiudizio ed utile solo di que' trafficanti di monete, che prima le avevano inviate a Firenze con utile di 25 per 100 ed ora le ritiravano a casa; e, perché giá erano rese di niun valore in Toscana, proccurarono lá d'incettarle di nuovo per li due terzi del primo valore, sicché n'ebbero nuovo vantaggio a riportarle.
L'Italia intanto, mentre tutto ciò si travagliava in Germania, rimaneva, non tranquilla, ma abbandonata a sé, a' propri destini; e vi si avanzava in Roma, in Toscana, in Milano, che furono i tre fomiti delle crescenti libertá italiane; il primo delle ecclestiastiche, il secondo delle feudali, il terzo delle cittadine.
Ho fatto un viaggio; rispondeva l'altro, con un'aria dimessa che volea parere modesta; sono stato in Toscana.
Di un immaginario soggiorno di Garibaldi in Toscana nel 1833 o 1834.
« Paggio della contessa Beatrice di Toscana, di cui nacqui suddito, piacque alla reale memoria di Enrico III il nero, per lieve servigio resogli, di togliermi in grazia, e propormi la guerresca sua corte di Germania, dove avessi voluto istruirmi in altro, che nel mestiero della lancia e della daga.
Guerreggiossi quindi parecchi anni in Toscana e in tutto il mezzodí, tra i due competitori; combattendo per il francese e Firenze Braccio da Montone, per Ladislao Attendolo Sforza.
Parola Del Giorno
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